Archivio mensile:ottobre 2014

Presidentissimi


Bayern Muenchen v Inter Milan - UEFA Champions League Final

Moratti abbraccia Mourinho in quella che è forse la serata più felice della sua Presidenza: Madrid, 22 Maggio 2010, Inter sul tetto d’Europa.

Sono una parte fondamentale ed imprescindibile del Calcio e della Nostra Serie A, ma ci sono determinati momenti storici in cui le questioni societarie prendono il sopravvento su quello che succede in campo tutti i riflettori vengono puntati sulle sedi, piuttosto che sui campi da gioco. Per motivi diversi, tre Presidenti in questo momento si trovano ad affrontare situazioni diverse, difficili, particolari, e nel Nostro viaggio lungo un campionato, oggi mi sembra doveroso, in avvicinamento alla nona giornata, parlare di quelli per i quali queste giornate sono state e saranno più particolari delle altre.

Il primo è un omaggio doveroso ad un personaggio che, al di là della fede calcistica, ha rappresentato un pezzo di storia degli ultimi vent’anni di Serie A. È un omaggio ad uno degli ultimi Presidentissimi storici rimasti in attività che, purtroppo, pochi giorni fa ha rassegnato le dimissioni da Presidente Onorario della sua amata Inter, per tornare ad essere un semplice tifoso (seppur con un pacchetto azionario di minoranza di sua proprietà all’interno della società): Massimo Moratti, uomo da sempre legato da una lunga tradizione familiare ai colori nerazzurri che ha portato la squadra sul tetto del mondo dopo aver dato fondo a gran parte delle proprie risorse per il bene dell’Inter stessa. Non parlerò dell’argomento Calciopoli, questo vuole semplicemente essere un saluto ad un grande uomo di Sport e di Calcio, che tanto si è speso per la Sua squadra, sua perché era uno dei pochi rimasti ad essere tifoso prima ancor che Presidente, la cui storia a mio avviso, anche se penso di non essere il solo a pensarlo, avrebbe sicuramente meritato un finale diverso. Moratti è infatti stato risucchiato in un vortice di novità portato da Erick Thohir, che ha spazzato via quanto di più radicato potesse esserci nel calcio italiano, eliminando quasi ogni traccia di vecchia guardia nerazzurra e di identità che potesse esserci all’interno della squadra, portando il Presidente Onorario ad abbandonare la sua carica. Mi permetto di dire che anche mister Walter Mazzarri ha contribuito all’allontanamento dell’ormai ex Patron nerazzurro, dimostrando tra l’altro davvero poco rispetto per l’uomo che fortemente l’ha voluto e che l’ha portato su quella panchina. Di sicuro, se fosse stato ancora Moratti a staccare l’assegno per il suo ingaggio, la situazione sarebbe andata in maniera diversa, ma tengo a sottolineare che è solo una mia opinione. Ciò che è certo è che Moratti adesso è semplicemente un azionista di minoranza della Sua Inter, che adesso guarderà per la prima volta a San Siro semplicemente con gli occhi di un tifoso eternamente innamorato.

Un Presidente che ben si collega alla situazione Inter è una new entry nel calcio Italiano ed un vero fiume in piena che, secondo me, regalerà una perla al giorno e ci darà sicuramente tantissimo materiale su cui scrivere:  sto parlando naturalmente del nuovo presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero. Subentrato pochi mesi fa alla Famiglia Garrone, storica proprietaria della società blucerchiata, Ferrero ha subito fatto parlare di sé per interviste, tweet, proclami e performance in tribuna fuori dagli schemi e che hanno fatto divertire e discutere. Ferrero è infatti un personaggio molto controverso: c’è che dice che servano personaggi del genere e che faccia bene un po’ di giocosità e di allegria in un mondo spesso troppo serio ed incravattato. Altri invece pensano che di personaggi del genere si farebbe volentieri a meno e che non interessa essere così fuori dagli schemi predefiniti e consolidati del mondo del calcio. Quando si gioca così tanto al limite, però, l’inconveniente è sempre dietro l’angolo: nell’intervista di sabato sera post Sampdoria-Roma, il Presidente ha infatti dichiarato “…non conosco personalmente Moratti, ma ho avuto il piacere di sentirlo al telefono. Mi dispiace per come è stato trattato, ma io del resto gliel’avevo detto de caccià quer Filippino dalla società e riprendersela lui…”. Dichiarazioni che hanno fatto discutere e che sono state seguite da un comunicato ufficiale di scuse da parte del Patron blucerchiato. Ciò che è certo di questo personaggio così controverso è che continuerà a far di discutere, anche se personalmente penso che sia semplicemente un bambinone al quale piace scherzare, che prende la vita così come viene e che nelle sue parole non ci sia mai nessuna punta di cattiveria. Aspettiamo con ansia la prossima, che puntuale come un orologio svizzero è arrivata dopo pranzo con l’intervista rilasciata dopo pranzo in cui definisce la Juventus padrona dei giornali. Decisamente un Presidente unico, con una vita da cinema.

L’ultimo Presidente di oggi, è uno che sta attraversando uno dei momenti più difficile da gestire della sua gestione. Il Parma di Tommaso Ghirardi, sta infatti attraversando un difficilissimo momento dal punto di vista dei risultati e del gioco che nessuno si aspettava dopo la splendida stagione passata. È un Parma irriconoscibile quello che scende in campo dall’inizio di questa stagione, crisi secondo me figlia di un calo psicologico avvertito dai giocatori e dall’ambiente dopo la cocente delusione dell’esclusione dall’Europa League dopo averla conquistata a suon di risultati la stagione scorsa sul campo. La panchina di Donadoni traballa sempre di più e adesso toccherà al Presidente fare i conti con i risultati deludenti della sua squadra e capire cosa possa essere meglio per risollevarsi da questa situazione. A mio avviso un esonero adesso sarebbe una soluzione scellerata, perché con impegni così ravvicinati si rischia un ulteriore crollo. Ghirardi farebbe meglio a valutare le prossime partite ed eventualmente cambiare alla prossima sosta che darebbe più tempo al nuovo allenatore per ambientarsi e provare a sistemare le cose. Il Presidente, del resto, si è sempre dimostrato uomo di calcio attento pronto a fare di tutto per amore del Parma, quindi sono sicuro che riuscirà a prendere la decisione più giusta per la squadra e per i tifosi, insieme all’amministratore delegato Pietro Leonardi.

Il viaggio tra i Presidenti è appena cominciato, e viste le personalità che sono presenti nel Nostro panorama calcistico, sono certo che da adesso alla fine della stagione, ci sarà parecchio materiale su cui scrivere.

Abbiamo appena cominciato!

GA

Contrassegnato da tag , , , , , , ,

Mal d’Europa


Par8009343-kFf--688x458@Gazzetta-Web_mediagallery-fullscreen

Per analizzare quella che è stata la sconfitta della Juventus sul campo dell’Olympiacos (1-0 con gol dell’ex Palermo Kasami) e più in generale la profonda crisi delle Italiane in Europa a parte brevi momenti di splendore, al di là del risultato stesso, del gioco, dei valori in campo e della componente sfortuna che ha influito sul risultato finale, vorrei partire da due spunti ricevuti da due grandi amici. Da quando il blog è online, infatti, molti lettori che mi sono vicini da sempre si soffermano a commentare gli articoli di persona o, vista la distanza geografica, ci troviamo spesso a commentare avvenimenti e partite via sms. La cosa mi ha sempre fatto, e continuerà a farmi un immenso piacere e voglio ringraziare tutti Voi per questo, perché il blog va avanti anche grazie a Voi.

Il primo più che uno spunto, è praticamente una sentenza. Walter, juventino convinto sempre molto sportivo e lucido, mi ha mandato un sms che da un tifoso mi ha colpito davvero tanto. L’sms recitava: “Si è rotto il giocattolo Juve!”. La risposta che gli ho dato la svilupperò qui: secondo me è davvero ancora presto per dire se dopo il cambio di allenatore il “giocattolo” si sia davvero rotto. È presto semplicemente perché anche l’anno scorso, con Conte in panchina, la musica non era tanto diversa. Continuiamo a vedere una Juve a due facce: inarrestabile in campionato e davvero piccola in Europa, il contrario di quanto capitava fino a qualche anno fa al Milan. Il suo sconforto nasce di sicuro dalla battuta d’arresto subita a Reggio Emilia nella scorsa giornata e dalla sconfitta arrivata ad Atene (divenuta la seconda consecutiva in Europa dopo quella a Madrid contro l’Atleti). La squadra rispetto all’anno scorso è praticamente la stessa, anche se Pirlo dopo l’infortunio che ha caratterizzato il suo avvio di stagione sembra il fratello scarso del solito grande regista. Vista la location della sconfitta di mercoledì si potrebbe dire che fino ad ora, per quel pochissimo che ha dato modo di vedere finora, ha dimostrato di essere un condottiero stanco, e ai più maliziosi (con me in testa) il pensiero andrà al fatto che il suo calo verticale di rendimento coincide, stranamente, coll’arrivo in panchina di colui che lo aveva etichettato come giocatore finito e come tale impacchettato e spedito verso Corso Galileo Ferraris 32, Torino. Le prossime settimane saranno cruciali per rispondere a Walter e per capire se la Juventus è davvero in salute o se ormai è un “giocattolo” rotto che deve essere curato e riparato per tornare a funzionare perfettamente come è stato fino a poco tempo fa: ci sono quattro partite per continuare lo scontro a distanza con la Roma e, in mezzo, il ritorno in casa contro l’Olympiacos. È il momento ideale per dimostrare che la Juventus continua ad essere la solita corazzata (magari anche senza aiutini) in Italia e che può dire la sua anche nell’Europa che conta davvero.

Il secondo spunto è una domanda di Andrea, col quale ho guardato le partite Europee del mercoledì. Lui, grande tifoso Romanista, non è molto dentro alle questioni Europee e spesso non conosce palcoscenici del genere, magari un po’ sottovalutati ma sempre pericolosissimi. Prima della partita mi ha chiesto un pronostico ed io, per onestà intellettuale e senza autocelebrazioni, avevo pronosticato una sconfitta di misura per la Juve in una partita chiusa e nervosa. Lui non capiva il mio pronostico ma dopo il gol di Kasami è arrivata puntuale la domanda: “Com’è che le squadre Italiane forti, poi fanno così fatica in Europa?”. La risposta, secondo la mia modestissima opinione, è molto semplice: la verità è che noi, arrivati a questo punto così basso del nostro calcio, dobbiamo prendere consapevolezza e capire che ormai il nostro campionato ed il nostro movimento non possono mettersi a confronto con le super potenze Spagna, Germania ed Inghilterra, ma devono fare i conti con le modeste Francia, Portogallo, da ieri sera Grecia e purtroppo, visto il ko 2-0 del Napoli a Berna, pare si debbano fare i conti anche con la Svizzera. Ovviamente il divario, lo spread se preferite, tra Noi e le grandi d’Europa è minore di quanto possano dimostrare l’1-7 di martedì e l’1-0 di mercoledì, ma di sicuro è un divario col quale dovremo abituarci a fare i conti, per questo e per i prossimi anni, perché purtroppo un gap del genere è di sicuro sanabile (e, secondo la mia ottimistica visione delle cose, si sanerà) ma non in tempi brevissimi.

Sono certo che il movimento calcistico Italiano si rialzerà e in Europa si tornerà ad avere paura delle squadre Italiane. Magari sarà utopia sperare di vedere un’Italiana giocare la finale di Champions di San Siro nel 2016, ma di sicuro torneremo ai vertici, dove meritiamo di stare.

Io ci credo!

GA

Contrassegnato da tag , , , , , , ,

Troppo forti per essere veri


IMG_3770

Per Sempre Sventolerò Questa Bandiera

Uscendo dall’Olimpico sotto una leggera pioggia che aveva accompagnato gli ultimi minuti di una partita che già alla mezz’ora del primo tempo si era avviata verso una logica e praticamente certa conclusione, mi è capitato di pensare che avesse appena cominciato a piovere sul bagnato. Già, sul bagnato di una partita che è stata un pugno nello stomaco alle ambizioni della Roma in Europa, Roma che esce di sicuro ridimensionata dalla serata Europea ma che non deve piangersi addosso per una partita cominciata male e finita peggio.

Dalla Tribuna Montemario dalla quale ho assistito alla partita, ad un certo punto del primo tempo ho avvertito fortissima la sensazione di dejà vu, di qualcosa di già visto pochi mesi fa e che mai avrei pensato di poter rivedere, o almeno non in tempi brevi. Il pensiero di essere davanti ad una sorta di secondo atto di Brasile-Germania del Mondiale 2014 è arrivato immediatamente quando ho visto i giocatori della Roma inermi crollare sotto i colpi di un Bayern Monaco mostruoso, di sicuro in grande giornata, ma che comunque poteva essere quantomeno controllato e gestito in maniera diversa, anche se personalmente non penso davvero potesse essere in qualche modo fermato da questa Roma.

Non fraintendetemi, non intendo dire che la Roma sia una squadretta pronta al ruolo di agnello sacrificale in questa Champions League. Quello che voglio far notare è che, analizzata l’iniziale differenza abissale tra valori in campo, quello che ha fatto veramente la differenza in campo ieri sera è stato l’atteggiamento. Quell’atteggiamento che nelle precedenti partite aveva mostrato una Roma cinica, cattiva, con tanta voglia, capace di giocare a viso aperto a Manchester contro il City per 90 minuti, proprio quel punto di forza ha tradito la squadra e, mi permetto, per la prima volta ha tradito anche l’allenatore. Per fare il parallelo con la partita di Belo Horizonte, mentre i Tedeschi, molti dei quali in campo anche quella sera di luglio, attaccavano e attaccavano senza pietà, dall’altra parte non c’era nessun segno di reazione. Né in campo, né in panchina nessuno riusciva a dare l’impulso per quella che avrebbe potuto (e dovuto) essere una reazione diversa ai primi colpi subiti. Brasile-Germania sembrava essere una partita unica nel suo genere, ma pare che fino a quando questi qui continueranno a giocare così, tutto potrà succedere su quel rettangolo verde.

Ho visto una Roma a due facce: nel primo tempo è entrata in campo una Roma spaventata, piccola, impaurita, molle. Il mio primo pensiero guardando le facce dei giocatori era quello che sapevano che sarebbe finita così perché loro erano più forti e non avrebbero potuto fare nulla. È come se i giocatori che giocano in Italia sanno di essere loro stessi parte di un sistema ormai in declino e credano di essere quasi autorizzati o giustificati a perdere questo tipo di partite, perché nessuno si aspetta di più da loro. Come se una squadra italiana non potesse più giocare bene o far male ai grandi. Sono proprio della vigilia della partita le parole di Arjen Robben che ha dichiarato: “La Roma? Gioca un gran calcio…eppure è una squadra italiana!”, come a dire: “Strano! Ormai quelli non sanno più giocare a pallone!”. Sembra passata una vita da quando l’Italia ha battuto la maggior parte dei giocatori in campo nella semifinale europea, esattamente come sembra passata una vita da quando questa stessa squadra è uscita con le ossa rotte da una finale di Champions giocata a Madrid proprio contro una squadra italiana.

Nel secondo tempo invece ho visto entrare in campo la squadra che a mio avviso avrebbe dovuto scendere in campo dall’inizio. Nessuno avrebbe potuto prevedere un crollo così verticale di Cole che ha dimostrato di essere un buonissimo terzino, ma di non essere più in grado di reggere attacchi del genere, o almeno non in serate come quella. Il Capitano, l’unico per me al momento degno di tale appellativo in Italia, purtroppo non ha più la velocità di un tempo ed è sempre il solito metronomo che sulla trequarti campo smista palloni come un perfetto direttore d’orchestra senza sbagliarne uno, ma in partite del genere forse sarebbe stato meglio agire in maniera diversa, ed è proprio l’allenatore Francese a prendersi la responsabilità, e in un certo senso la colpa, di alcune scelte che si sono rivelate poi sbagliate.

E poi ci sono loro…loro sono Campioni di Germania e praticamente di tutto. Sono una macchina perfetta guidata da uno dei migliori allenatori degli ultimi tempi, se non il migliore in assoluto. Sono un mix perfetto di giocatori che hanno offerto il miglior calcio negli ultimi anni, e che naturalmente se sei una delle maggiori potenze economiche mondiali (sempre calcisticamente parlando, o forse non solo…) puoi permetterti. Inutile indugiare su di loro, li conosciamo, sono fortissimi, dei fenomeni, guardarli durante il riscaldamento dall’altro lato del campo mette quasi paura. A me Manuel Neuer ha impressionato come pochi altri calciatori hanno fatto dal vivo, e di sicuro come nessun altro portiere aveva mai fatto prima, e in campo ha dimostrato anche ieri sera di essere il migliore al mondo nel suo ruolo. Perché, parliamoci chiaro, se il Bayern non avesse avuto lui in porta, che con alcune parate sublimi al limite con l’inspiegabile ha salvato la porta, la Roma avrebbe potuto diminuire il passivo. Ma naturalmente con i “se” e i “ma” non si fa la storia: loro restano loro con tutti i loro fenomeni e i loro milioni, e la Roma resta la Roma con la sua buona prestazione nella seconda metà di gara, le ossa rotte fino al 90°, più consapevolezza nei propri mezzi ed un bagno di umiltà dal quale si potranno di sicuro ricavare degli insegnamenti e fare tesoro di questa batosta per non ritrovarsi in situazioni del genere. Del resto, la Roma è una squadra relativamente giovane e una serata così sarà sicura fonte di esperienza per l’allenatore, i giocatori e l’ambiente tutto.

Rispetto alla partita con la quale facevo il paragone, però, della serata di ieri ci sono dei lati positivi, che di sicuro nessuno dei quasi 70 mila allo stadio considerava, ma che non devono essere sottovalutati per rialzarsi in un momento così difficile. Il primo è che rispetto alla partita del Mineirao che aveva sancito la definitiva uscita dalla competizione della squadra di casa, questo 7-1 fa di sicuro tanto male, ma visto anche il suicidio sportivo del City a Mosca, che è riuscito a farsi rimontare dal 2-0 al 2-2 in 45′, il discorso qualificazione è ancora tutto apertissimo e vede la Roma avanti di 2 punti in classifica ai Citizens, coi quali giocheranno l’ultima partita del girone in casa.

L’altro lato positivo, che più che un lato positivo è una lezione da tenere ben presente, è quello che si è visto sugli spalti. Tolti quei pochi stupidi, perché non ho altro aggettivo con cui definirli, che hanno abbandonato lo stadio alla mezz’ora del primo tempo seppur sul il punteggio di 3-0, il resto degli spettatori, in qualunque settore dello stadio ha dato dimostrazione di grandissima civiltà e sportività verso la propria squadra e anche verso la squadra avversaria. Gli applausi dello stadio intero al Bayern, ai tifosi ospiti e di questi ultimi alla Roma e alla Sud riecheggeranno a lungo nella mia memoria insieme alla scena finale: al triplice fischio l’intera Curva Sud ha chiamato la squadra sotto la curva per ringraziarla comunque di quello che hanno dato sul campo e quasi come a consolarla e a spronarla a dare tutto in campionato hanno intonato il coro “Vinceremo il tricolor!”. Ennesima dimostrazione d’amore vero della Sud ai propri beniamini, se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno dopo il tutto esaurito registrato ieri sera. Una delle più belle immagini di calcio che io abbia mai avuto la fortuna e l’onore di vedere di persona.

Di sicuro, per motivi diversi, una serata indimenticabile.

GA

Contrassegnato da tag , , , , , , ,

Honda anomala sul campionato


Keisuke Honda

La settima giornata di questo campionato di Serie A verrà ricordata soprattutto per degli episodi, degli avvenimenti che hanno avuto, ed in alcuni casi avranno, un grosso impatto sulla giornata e sul prosieguo del campionato stesso.

Il Migliore Il primo dei protagonisti di giornata, anticipato già dal titolo, è il rossonero Keisuke Honda che con la sua doppietta ha regalato la vittoria a Verona sull’Hellas, in quello che è sempre stato un campo storicamente difficile per il Milan. Il Giapponese insieme ad i suoi compagni ha approfittato della giornata nera dei Veronesi che ha di sicuro facilitato il compito di giornata permettendo al Milan di chiudere la pratica già nel primo tempo, chiuso sul punteggio di 2 a 0. Dopo un arrivo in Italia particolarmente travagliato che aveva scatenato l’ira dei tifosi, le prestazioni di questo inizio di campionato l’hanno consacrato idolo della tifoseria milanista ed assoluto valore aggiunto di questo scorcio di campionato, quasi come se fosse lui il vero nuovo acquisto, nell’attesa e nella speranza che Torres riesca a sbloccarsi nelle prestazioni e nei gol. Con i due gol segnati in questa giornata, freddissimo sotto porta ed assistito in maniera perfetta da El Shaarawy (al rientro con una buonissima prestazione) e Rami, Honda sale per il momento in testa alla classifica marcatori insieme a Tevez e Callejon (anche lui due volte a segno in questa giornata contro l’Inter).

Tra passato e futuro Gli altri due protagonisti sono quelli che hanno fatto male a due squadre che hanno segnato la loro carriera: Fabio Quagliarella e Simone Zaza. Il primo ha segnato il gol decisivo contro una squadra che ha rappresentato parte del suo passato, perché all’Udinese ha passato due stagioni e mezzo ricche di soddisfazioni che l’hanno lanciato verso la Nazionale e le esperienze più importanti e blasonate di Napoli e Torino, sponda bianconera, prima di passare dall’altro lato della barricata e “tornare a casa” come lui stesso ha dichiarato all’arrivo al Toro, squadra nella quale è cresciuto calcisticamente ed ha fatto il suo esordio in Serie A il 14 Maggio del 2000. Il secondo invece ha segnato il momentaneo vantaggio e messo in difficoltà la difesa della Juventus, squadra che detiene parte del suo cartellino e che secondo le indiscrezioni di calciomercato rappresenterà molto probabilmente il suo futuro nelle stagioni a venire.

Trasferta fatale Uno che non scorderà facilmente questa giornata di campionato è di sicuro Eugenio Corini, al quale la larga sconfitta all’Olimpico contro la Roma (3-0) è costata l’esonero. Un esonero che a mio modo di vedere è la conferma di quanto in Italia si abbia davvero molta poca pazienza di aspettare la crescita di un allenatore che ha comunque dimostrato di poter far bene nonostante i mezzi a disposizione siano quelli che sono e considerato che l’obiettivo è sempre e comunque la salvezza, considerato anche che in questo inizio di campionato la ormai ex squadra di Corini ha dovuto affrontare praticamente tutte le grandi (nell’ordine Juve, Napoli, Milan e Roma). Spero che il Chievo non debba pentirsi di questo esonero esattamente come ha fatto il Sassuolo costretto a richiamare dopo l’esonero Eusebio Di Francesco, costretto a rimettere in piedi una squadra allo sbando dopo la gestione Malesani. Al posto di Corini subentra Maran, dopo aver risolto il contratto col Catania. Chiudendo con una battuta di Pierluigi Pardo: sono quattro anni che sulla panchina del Chievo non si vede un capello (Di Carlo, Sannino, Corini e Maran).

Top Gol Per la giornata i tre gol migliori secondo Minuto91 sono: il gol del momentaneo 1-0 di Dybala in Palermo-Cesena, il 2-0 della Samp a Cagliari con Obiang e il primo gol di Honda su assist di El Shaarawy.

Per la settimana testa alle coppe con le squadre italiane impegnate in partite di grande fascino e fondamentali per il passaggio del turno, una su tutte Roma-Bayern di questa sera che vi racconterò direttamente dalla tribuna dell’Olimpico, sperando che sia una bellissima serata di festa ed uno spot per il calcio italiano nel mondo.

GA

Contrassegnato da tag , , , , , , ,

Verso la 7ª giornata, con un occhio all’Europa


165214085-ec038c83-c495-4984-9b25-3763af5ea796

Dopo la pausa per le Nazionali e le gare di qualificazione agli Europei 2016, sabato alle 18:00 ricomincia la Serie A con la settima giornata del campionato 2014/2015.

Sarà la classica giornata interlocutoria, come tutte quelle che precedono e seguono il turno infrasettimanale di coppa, in cui le squadre impegnate in Champions o Europa League oltre a mettere in campo la solita cattiveria agonistica per continuare la marcia in campionato, aggiungeranno anche un pizzico di strategia per affrontare al meglio i tre impegni della settimana.

Si comincia subito con le due prime della classe che scendono in campo sabato a distanza di meno di tre ore impegnate in due partite non particolarmente dispendiose o pericolose per risultato e classifica (almeno sulla carta), la Roma affronterà infatti il Chievo alle 18:00 e la Juventus giocherà alle 20:45 in trasferta contro il Sassuolo. Dopo il big match che le ha viste di fronte il 5 Ottobre, sul quale non mi soffermerò nemmeno, la pausa sembra essere arrivata nel momento ideale per recuperare dagli infortuni, ma soprattutto per calmare i bollenti spiriti che avevano animato i giorni immediatamente successivi alla partita. In realtà, a confermare che quest’anno non ci sarà una rivalità come le altre tra Roma e Juventus, ci ha pensato Morgan De Sanctis: il portiere giallorosso ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta nella quale attacca la i bianconeri, dicendo che la sudditanza psicologica esiste e che non si riuscirà a giocare mai ad armi pari contro di loro, visto quanto tutto il sistema calcistico italiano sia già orientato verso Torino, sponda bianconera ovviamente. Il portiere ex Napoli ed Udinese ha poi concluso dicendo che nonostante tutto la Roma ha dimostrato di essere la migliore squadra del campionato e lotteranno fino alla fine per conquistare lo Scudetto. Qualcosa mi dice che queste non saranno le ultime dichiarazioni al veleno rilasciate da un componente delle due squadre in questione.

Scorrendo la classifica: la grande sorpresa Sampdoria farà visita al Cagliari di Zeman domenica alle 15:00 con una bella iniziativa di solidarietà sulle maglie per testimoniare, se mai ce ne fosse bisogno dopo l’aiuto prezioso degli ultimi giorni di entrambe le squadre che giocano sotto la Lanterna, la propria vicinanza alla popolazione genovese colpita dall’ennesima alluvione nei giorni scorsi, mentre l’altra genovese chiuderà il programma di giornata col Monday Night delle 20:45 giocando proprio in casa contro l’Empoli di Sarri.

Nell’anticipo delle 12:30 si sfidano al Franchi Fiorentina e Lazio a pari punti (9), mentre alle 15:00 altre due squadre a pari merito, Verona e Milan (11 punti), cercheranno di smuovere la classifica dopo le rispettive vittorie interne contro Cagliari e Chievo. Le altre tre partite delle 15:00 promettono di essere abbastanza equilibrate per gli obiettivi finali di tutte le squadre, che possano essere una salvezza tranquilla o un posto in Europa: Atalanta-Parma, Palermo-Cesena e Torino-Udinese chiudono infatti il programma pomeridiano prima del big match di giornata delle 20:45.

A San Siro, infatti, si sfideranno forse le grandi deluse di questo inizio di stagione. Alla disperata ricerca di punti e di buon gioco e con entrambe le panchine pericolosamente in bilico, Inter e Napoli con lo strano incrocio di ex in panchina, cercheranno di tornare sui livelli che tutti si aspettavano ad inizio campionato per allontanare le nubi che al momento stazionano su Appiano Gentile e su Castel Volturno e tornare protagonisti in campionato.

Buona Settima Giornata!

GA

Contrassegnato da tag , , , ,

Tre punti avanti, Un passo indietro…


 

malta_italia_qualificazionieuro2016_02_33214_immagine_obig

Pellè esulta dopo il gol all’esordio che regala la vittoria all’Italia

La partita di poche ore fa giocata dall’Italia a Malta ci restituisce una Nazionale uscita un po’ ridimensionata rispetto al precedente impegno contro l’Azerbaijan. La formazione Maltese occupa attualmente la posizione numero 52 del ranking UEFA e il suo movimento è praticamente inesistente visto che non si hanno notizie di squadre Maltesi nelle coppe europee, se non nei primissimi turni preliminari. Tolta la doverosa introduzione, penso che della partita ci sia davvero ben poco da dire a parte il risultato (1-0 con gol di Pellè). Penso piuttosto che ci siano alcune considerazioni da fare sul momento che la Nostra Nazionale sta attraversando.

Prima di qualunque considerazione prettamente sportiva, vorrei sottolineare una bellissima immagine che ho avuto modo di notare prima del fischio d’inizio. Personalmente è stato un bellissimo momento veder Graziano Pellè, all’esordio con gol in Azzurro, felice ed emozionato come un bambino durante l’Inno. È davvero bello vedere che ci sono ancora giocatori capaci di emozionarsi così e di capire la fortuna e l’importanza della maglia che indossano per rappresentare il proprio Paese.

Passando a quella che è stata la prestazione generale della Nazionale, c’è da dire che Malta in casa non è scesa in campo come l’Azerbaijan a Palermo. Si sono dimostrati una squadra con delle discrete individualità (ieri Failla su tutti) e soprattutto con un’ottima organizzazione difensiva che non ha permesso a Noi di giocare bene, o se preferite di giocare e basta. Purtroppo questo conferma quanto visto venerdì a Palermo: con squadre così piccole, per le quali una sconfitta di misura contro l’Italia quattro volte campione del Mondo, rappresenta praticamente una vittoria morale, diventa davvero difficile cercare di capire chi siamo e quanto valiamo davvero. L’identità di squadra che citavo nel precedente post continua ad essere presente, ed è più un discorso di gruppo che di gioco. Adesso comincia la fase veramente difficile per il C.T., perché fino ad ora ha dato forma alla sua Italia, ha cercato di far capire quale fosse la sua idea di calcio e si è servito benissimo di giocatori che sono stati davvero tanto vicini a lui in questi ultimi anni e che difficilmente lo tradiscono, uno su tutti Sebastian Giovinco che è stato sicuramente uno dei più propositivi degli ultimi due incontri. Anche se, per come la vedo io, se uno dei giocatori più propositivi, o comunque migliori degli ultimi due incontri tra tutti quelli scesi in campo, è uno che ha giocato poco più di mezz’ora in due partite bisogna di sicuro cercare di sistemare la situazione. Proprio per questo motivo adesso arriva un momento difficile, perché Antonio Conte ha un mese circa, prima dell’importante partita contro la Croazia, per capire ancora meglio quali possano essere le nuove idee da portare all’interno di questa Nazionale e cosa ancor più importante capire quali possano essere i migliori interpreti del suo sistema di gioco oltre ai suoi fedelissimi. Questa ricerca, queste decisioni che Conte sarà portato a fare nelle prossime convocazioni non saranno di sicuro un compito facile. Lui stesso ne ha parlato in conferenza stampa ed ha centrato un punto importante: il tecnico, volendo provocatoriamente esagerare, ha dichiarato che i giocatori che lui fa giocare come titolari in Nazionale nei rispettivi Clubs fanno le riserve, o comunque non sono al centro del progetto. È di sicuro una considerazione esagerata, ma non del tutto sbagliata. Quello che il tecnico sta cercando di fare, secondo me, è dare uno scossone all’ambiente: Conte vuole far capire che in questo momento,oltre a quelli che lui convoca e fa giocare come titolari, non c’è granché altro in giro. È una posizione di sicuro condivisibile, ma che non impedisce di lavorare bene e creare qualcosa di nuovo e buono con quello che si ha.

Dai due impegni si esce comunque con due notizie, una buona e l’altra cattiva: la buona è che l’Italia con tutti gli avversari è riuscita a non rischiare praticamente nulla, se non in episodi isolati. La cattiva è che con tutti gli avversari, in maniera particolare negli ultimi due impegni, ha dimostrato di non essere abbastanza cattiva sotto porta, di non essere in grado di chiudere le partite ed essere cinica come una grande squadra deve essere e come Conte ci aveva abituato nelle sue passate esperienze. Perché contro Azerbaijan e Malta si può anche essere poco cattivi sotto porta ed uscire con i tre punti in tasca, ma arriveranno momenti in cui certe occasioni non potranno di sicuro essere sbagliate.

Il migliore della serata è stato di sicuro il Salentino Pellè (meraviglioso esempio di centravanti vecchio stampo e, tra l’altro, Italiano con maggior numero di gol segnati negli ultimi anni ovunque abbia giocato) che non poteva sperare in un esordio migliore con la Sua Nazionale dopo una vita da emigrante. Il peggiore, altrettanto sicuramente, è stato l’arbitro Hanegan che ha condizionato tutto il corso della partita con l’espulsione di Mifsud al 27° e con la successiva espulsione di Bonucci al 73° (che purtroppo condizionerà anche il big match contro la Croazia), forse più per compensazione dopo essersi accorto dell’errore fatto in occasione del primo cartellino rosso, che per un’effettiva sanzione conseguente ad un fallo da chiara occasione da gol.

La strada è lunga, tortuosa e forse anche un po’ in salita, ci sarà tanto da lavorare ma per il momento anche se l’occhio fino ad ora non ha avuto la sua parte, siamo una delle poche squadre a punteggio pieno ed andiamo a giocarci il prossimo impegno a pari merito con l’altra capolista, e non è cosa da poco di questi tempi. Il prossimo appuntamento con la Nazionale è il 16 Novembre contro la Croazia. In un mese possono cambiare tante cose e Noi continueremo a sperare che tutto cambierà in positivo e che la Nostra torni ad essere una Grande e Bella Italia.

Forza Azzurri!

GA

Contrassegnato da tag , , , ,

Altri 3 punti…ma che fatica!


Soccer: UEFA EURO 2016 qualifying soccer match Italy vs Azerbaijan

A Palermo è andata in scena la seconda partita di qualificazione per l’Italia agli Europei di Francia 2016, la prima in casa per gli Azzurri. Dopo i tre punti conquistati in Norvegia (0-2 il 9 settembre) il secondo impegno ci ha visti fronteggiare e battere l’Azerbaijan per 2-1 (Chiellini, aut. Chiellini, Chiellini), nazionale che occupa la venticinquesima posizione del ranking UEFA e che vanta un movimento in sicura crescita, confermato anche dall’esperienza in Europa League del Qarabag che poche settimane fa ha affrontato l’Inter.

Come da pronostico è stata l’Italia a farla da padrona praticamente per tutti i 90 minuti, o quasi. Si perché adesso l’Italia gioca, e gioca bene! Domina, tiene palla, è padrona del campo e, per quanto l’avversario potesse essere modesto, è stata praticamente perfetta per 85 minuti abbondanti. È una squadra di grande carattere, capace di reagire in maniera perfetta al gol del pareggio su un calcio d’angolo con uscita alquanto rivedibile di Buffon (sulla quale Chiellini ha messo del suo) forse dovuta ad un fisiologico calo di concentrazione visto che non è praticamente mai stato impegnato per l’intera partita.

Proprio in occasioni come questa mi capita di pensare alla difficoltà quasi congenita della Nostra Nazionale di giocare una partita tranquilla, come capita molto spesso a squadre del nostro livello (o superiore) che affrontano avversari di minor spessore, riuscendo superarli con risultati ben più rotondi. Anche se, visto alla luce del k.o. esterno dei Campioni del Mondo in Polonia, il nostro successo di misura prende tutto un altro significato. Di sicuro c’è che adesso la Nostra Nazionale ha un gioco, un’identità ben definita, e forse anche un pizzico di “patriottismo” in più, riferito alla voglia di esserci e di dare il massimo per la Maglia Azzurra che forse nelle ultime esperienze è mancata un po’. Abbiamo dimostrato di essere “una squadra con gli attributi”, come ha dichiarato il Nostro C.T. Antonio Conte. E, sinceramente, a me questa cosa piace tantissimo. Perché penso di interpretare il pensiero di tutti quando dico che eravamo stanchi di vedere una squadra molle, debole, sulle gambe, incapace di reagire a qualunque difficoltà arrivasse nell’arco di una partita. Adesso la voglia c’è, e dai primi impegni sembra essere davvero tanta. Penso non ci sia miglior modo di cominciare se si vogliono davvero cambiare le cose. Se vogliamo, l’unica cosa da migliorare dell’ultima partita è la cattiveria sotto porta, il cinismo di chiudere partite del genere prima dell’ultimo quarto d’ora. Ma l’avventura è appena cominciata e i presupposti per migliorare questo ed altri aspetti ci sono tutti.

Un piccolo appunto finale mi sento di farlo sulla coppia d’attacco ignorante Immobile-Zaza: a me sinceramente è piaciuto ancora una volta quello che ormai non è più un esperimento. Mi piace la loro voglia di fare e di proporsi e la loro grande personalità a dispetto della loro giovanissima età. Non vorrei però che anche in questo caso si rischi di “bruciare” due grandissimi talenti per non tutelarli in un momento fondamentale della loro crescita. La mia impressione da spettatore è che caricare questi due ragazzi di troppe responsabilità, alle quali di certo dovranno abituarsi, ma forse in maniera leggermente più graduale, possa essere un enorme rischio per loro, per la loro carriera e per il nostro movimento di cui non vorrei dovessimo pentirci in futuro.

Prossimo impegno il 13 Ottobre a Malta, ulteriore occasione per invertire la tendenza che ci vede far fatica con le “piccole”. Sinceramente non mi dispiacerebbe per niente essere smentito proprio lunedì sera.

Avanti così!

Forza Azzurri!

GA

Contrassegnato da tag , , , , ,

Kick-Off


IMG_3547

Questo blog nasce il 7 Ottobre 2014 con l’intento di parlare di Sport in generale e di Calcio in maniera più approfondita. Da parecchio tempo pensavo che sarebbe stata una bella esperienza iniziare a parlarne in maniera costante, evitando di ammorbare i miei amici di Facebook con stati e post chilometrici con quello che pensavo di partite o manifestazioni sportive. Quindi ho cominciato a pensare alla possibilità di staccarmi dai Social Networks per iniziare un nuovo percorso, più specifico e settoriale, in modo da permettere a chiunque voglia farlo di avere una piattaforma totalmente nuova ed in una qualche maniera esclusiva per parlare tranquillamente dei temi più caldi del panorama calcistico e sportivo in generale, visto che ci sarà anche spazio per temi extra-calcistici di ogni genere. Dopo i primi momenti di dubbio, quasi di paura, come sempre del resto quando si inizia un nuovo percorso, ho deciso di dare vita a quella che fino a qualche settimana fa vedevo come una bellissima idea, ma forse da mettere nel cassetto delle follie (ormai pienissimo, tra l’altro). Ne ho parlato un po’ in giro, con quelli che sono i miei amici da una vita, che mi hanno sostenuto, spronato a cominciare ed aiutato nella scelta del nome. Per questo motivo volevo ringraziare Benedetta (<3), Walter e Calogero per le proposte, con menzione particolare per Totò al quale voglio dire che, in ogni caso, “Cornuto Il Pallone” resterà il vincitore morale e comunque sempre nel mio cuore. Ma il ringraziamento più grosso va alla persona che mi ha più aiutato quando si trattava di mettere in pratica le follie che la mia testa elaborava e far diventare tutto reale ed attuabile: GRAZIE MILLE a Dario, AKA Gianluca, per lo spunto dal quale poi è stato deciso il nome, per il logo e per l’aiuto preziosissimo nella creazione del blog stesso. Minuto91 è stato scelto perché è idealmente il momento immediatamente successivo al triplice fischio dell’arbitro (o, vista la varietà dei temi, il momento successivo al suono della sirena del quarto periodo o il momento successivo all’ultimo set di una partita di pallavolo o tennis…), ed è proprio il momento in cui Noi tutti iniziamo a parlare e discutere in maniera più o meno animata dell’evento appena concluso. È stato scelto perché per Noi è sempre il momento di iniziare a parlarne, perché tutto questo ci piace da impazzire e non smetteremmo mai di farlo: e questo è il posto giusto per non smettere. Questo viaggio, questa avventura inizia ufficialmente oggi con questo post. Spero duri davvero a lungo e spero anche che l’idea vi piaccia e vi faccia divertire e vi appassioni, esattamente come questo mondo nuovo e stupendo sta facendo con me. Per Noi la partita è appena finita, per Noi è già il momento di parlarne. Per Noi è sempre il Minuto91. Enjoy! GA

 

Contrassegnato da tag , ,
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: