La Noche Más Triste…


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Poteva essere una serata meravigliosa, in cui il Calcio Argentino poteva mostrarsi al Mondo intero collegato per la sua grandezza e la sua maestosità mettendo in scena quanto di meglio potesse offrire: Boca-River, un Superclasico valido per gli ottavi di finale di una Copa Libertadores tutta da scoprire. Alla Bombonera atmosfera caldissima come da copione, dopo la vittoria Platense dell’andata il Boca prova ad attaccare ma i biancorossi di Gallardo sono messi benissimo ed il primo tempo termina 0-0. Tutti gli appassionati collegati sono sicuri che il secondo tempo prometterà scintille, perché il Boca per passare dovrà obbligatoriamente scoprirsi, le squadre sono pronte a tornare in campo, ma la partita non ricomincerà mai.

Un ultras Boquense, uno di quelli che si considera un tifoso, ma che in realtà è semplicemente un criminale (tra l’altro punito recentemente con l’allontanamento dagli stadi per 45 giorni), ha aggredito i giocatori avversari lanciando delle bombe lacrimogene urticanti all’interno del tunnel, dove chiaramente non sarebbero passati i giocatori del Boca. Le scene successive sono tra le più assurde che io abbia mai visto: i giocatori della Banda sono in lacrime in campo, 4 sono feriti con ustioni non gravissime ma abbastanza importanti, l’allenatore è incredulo. Nel frattempo il Boca è schierato in campo per ricominciare a giocare e i tifosi di casa (gli ospiti sono assenti per ovvi motivi di ordine pubblico) cantano e suonano come se nulla fosse successo. Il medico della Confederazione Sudamericana certifica che 4 giocatori biancorossi non potranno scendere in campo se la partita dovesse ricominciare, ma chiaramente la partita non può ricominciare. Il delegato della Federazione non se la sente di decidere, nel frattempo è apparso uno striscione che recita “Se ci battono di nuovo, nessuno uscirà dalla Bombonera” a complicare le cose. È tutto nelle mani dell’arbitro, che chiaramente non può prendere da solo e senza il supporto della Federazione una decisione così importante con tutte le problematiche di ordine pubblico che ne scaturirebbero. Tutto il Boca Juniors prova a convincere l’arbitro che la decisione migliore è di giocarla, altrimenti si rischia sul serio una sollevazione popolare, ma sarebbe una partita falsata: questa partita, comunque vadano le cose, è terminata al minuto 45 del primo tempo. Dopo un’ora e mezza surreale lo speaker da l’annuncio: per decisione della Federazione il Superclasico è sospeso. La gente per bene, quelli che allo stadio erano andati solo per godersi lo spettacolo, inizia ad abbandonare lo stadio, mentre le forze di polizia consigliano ai giocatori di tornare tutti al centro del campo, perché è il luogo più sicuro in quanto più lontano dagli scellerati in tribuna. Iniziano i primi tentativi per mettere in sicurezza lo stadio e permettere ai giocatori ospiti di uscire: nulla da fare, un dirigente del River viene colpito al volto da una bottiglietta, si resta in campo. I giocatori del River sono visibilmente scossi, sperano solo di svegliarsi da questo incubo e tornare al sicuro, le forze di polizia lavorano per questo. Alle 5:23 Italiane (il primo tempo era terminato alle 2:45), un cordone di polizia forma un passaggio sicuro sotto gli scudi antisommossa e il River Plate raggiunge gli spogliatoi, l’incubo è finito.

Ho avuto la possibilità di assistere all’ultima parte di collegamento in lingua originale, col commento dei telecronisti Argentini: erano disperati. Sapevano che in questa occasione, in mondovisione, il Calcio Argentino e l’Argentina in generale avevano mostrato tutti i propri limiti e le proprie problematiche e debolezze. Era un Paese che credeva di essersi ripreso, ma che in realtà si è riscoperto ostaggio di questi soggetti che non vogliono altro che il male del loro Calcio, della loro squadra e del loro Paese. Se mai ci fosse stato bisogno di una conferma, ci ha pensato Orioni, portiere e bandiera Xeneize, che prima di uscire dal campo ha chiamato a raccolta i suoi compagni a centrocampo, loro chiaramente non avrebbero avuto problemi a tornare negli spogliatoi, e gli ha chiesto di alzare le braccia per salutare i tifosi, come alla fine di ogni partita fanno per ringraziarli. Ma penso che in questo caso, ci fosse ben poco da ringraziare.

Poteva essere una gran serata, è stata solo la più grande sconfitta recente del Calcio Argentino.

GA

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Semifinali: e adesso?


Juventus

Dopo l’esaltazione doverosa delle ultime ore dovute a storiche qualificazioni in semifinale di Champions ed Europa League che mancavano da anni, penso sia altrettanto doverosa un’analisi su quello che davvero le Nostre squadre possano fare nel doppio confronto che potrebbe aprire le porte delle rispettive finali delle competizioni più importanti per club.

Capitolo Champions League: l’importante era passare il turno e tornare in Semifinale dopo 12 lunghi anni. In mezzo Calciopoli, la Serie B, la risalita, il nuovo ciclo Conte e Allegri. Si, ma come si è passato il turno? La Juventus era nettamente superiore al Monaco per qualità di gioco ed individualità, ma questo non si è minimamente visto, specialmente nella partita di ritorno che, francamente, è stata orribile. La Juve meritava di passare perché era la squadra più forte, la migliore tra le due, eppure ha permesso che il Monaco la schiacciasse, rischiando di subire il gol che avrebbe sconvolto gli equilibri di un doppio confronto sulla carta comodo, permettendo inoltre ai Monegaschi di recriminare per gli episodi che hanno inciso (e forse non poco) sulla qualificazione finale. Logica conseguenza di tutto ciò è che adesso la Juventus, da splendida Cenerentola invitata finalmente al Gran Ballo della Champions, rischia di trasformarsi in squadra materasso, nella squadra che le altre 3 contendenti sperano di accaparrarsi per avere un confronto non troppo impegnativo che spianerebbe la strada verso l’Olympiastadion di Berlino. I Bianconeri, a mio avviso, hanno sprecato un’occasione per dare dimostrazione di forza e di valore contro un avversario decisamente alla portata, esattamente come hanno fatto negli ottavi contro il Borussia Dortmund, sacrificando prestazione e bel gioco in favore di un passaggio del turno oltre le più rosee previsioni di inizio stagione. Stamattina l’urna di Nyon ha decretato che ad affrontare la Juventus in semifinale sarà il Real Madrid, di quel Carlo Ancelotti che tanto male ha fatto alla Juventus in quella stessa edizione di 12 anni fa che aveva visto un altro Juventus-Real Madrid in semifinale, la partita perfetta che aprì le porte del paradiso di Manchester, che Carletto sbatté in faccia alla Juventus vincendo la sua prima Champions League sulla panchina del Milan. Probabilmente il Real era la migliore squadra che potesse capitare alla Juventus, visti gli infortuni che condizionano l’unifichi titolare di Ancelotti e che lo costringono alla ricerca di eroi alternativi, come nella serata di mercoledì in cui Hernandez, fuori dai radar per una stagione intera, gli ha regalato la qualificazione in semifinale. Per come la vedo io, la Juventus è comunque (almeno) un gradino sotto le altre tre squadre approdate in semifinale che, almeno al momento, credo non siano alla portata della formazione di Allegri, che dopo il sorteggio ha dichiarato: “Saranno anche loro 11 in campo.”. Già, il vero problema è chi sono quegli 11 in campo. La Juventus può e deve giocarsela, forte della consapevolezza di essere già arrivata oltre i propri obiettivi, provando l’impresa avendo nulla da perdere contro dei mostri sacri del Calcio Mondiale. Il grosso vantaggio dei Bianconeri sarà sicuramente quello: sono arrivati tra le prime 4 insieme a Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco, nessuno potrà rimproverargli nulla se dovessero terminare qui il loro cammino, hanno già fatto molto più del loro dovere e deve essere un motivo di vanto, consapevoli che un’eventuale qualificazione alla Finale avrebbe del miracoloso. Di contro, per il Real Madrid uscire contro la squadra universalmente riconosciuta come la meno forte tra quelle rimaste sarebbe un’autentica tragedia per i Campioni in carica. Spero di vedere una Juve gagliarda, con rispetto ma senza paura, che possa trovare la giusta via di mezzo tra una partita da vittima sacrificale (come capitò in semifinale nel 2011 allo Schalke 04) e una qualunque partita dell’Atletico Madrid.

Capitolo Europa League: la grande sconfitta poteva arrivare dall’urna e, fortunatamente, così non è stato: a nessuno sarebbe piaciuto compiere due cavalcate parallele ed essere costretti  sceglierne solo una per la Finale. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che in quel caso saremmo stati sicuri di averne una in Finale, ma preferisco avere la possibilità di giocarmene due piuttosto che averne una sicura. A parte questa opinione squisitamente personale, penso che il sogno di avere di nuovo (finalmente) una Finale tutta Italiana, che sarebbe curiosamente il remake della scorsa Finale di Coppa Italia finita in tragedia, non è mai stato così vicino alla realtà. Il Napoli, dopo aver eliminato, umiliandolo in casa, il Wolfsburg candidato alla vittoria finale, non deve avere paura di nessuno e dovrà giocarsi la semifinale col Dnipro nel migliore dei modi, rispettando l’avversario che si è guadagnato l’approdo in semifinale, ma consapevole del proprio valore, ma consapevole soprattutto che la Finale è decisamente alla portata. Discorso un po’ più complesso per la Fiorentina, che affronterà il Siviglia campione in carica, vincitore del trofeo 3 volte in 9 anni, con Unay Emery al timone, ottimo giovane allenatore in orbita Milan da parecchi mesi. Della Valle predica, giustamente, che non bisogna avere paura di nessuno, sperando in una grande partita, sfruttando il fattore campo al ritorno, sognando un Derby Italiano a Varsavia.

GA

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Due feriti, Nessun morto


Roma - Juventus

Dopo la lunga, troppo per quanto mi riguarda, pausa causa esami universitari, e quella decisamente più gradita per lo Spazio Granata, Minuto91 torna ad occuparsi della Serie A. Mai occasione potrebbe essere migliore della partita più importante di questo campionato, lo scontro tra le prime della classe, che si preannunciava scoppiettante dopo le rispettive vittorie in Europa: Roma – Juventus.

Per il titolo di questo pezzo ho ritirato fuori una vecchia frase detta da Buffon (“Meglio due feriti che un morto”) quando gli chiesero delle combine nel calcio: questa chiaramente non vuole essere un’allusione al fatto che la partita sia stata truccata o che il risultato sia stato deciso a tavolino, ma semplicemente rimanda al fatto che una vittoria bianconera avrebbe, secondo il mio modo di vedere, definitivamente chiuso un campionato che al momento potremmo comunque definire agonizzante, che la Roma poteva riportare in vita e riaprire inaspettatamente ma che, come tutti sappiamo dopo il triplice fischio dello scontro diretto, non ha fatto.

Nella prima parte dell’incontro non si è assistito ad un bello spettacolo, non almeno quanto si sperava. La partita è stata fin da subito molto bloccata e il fallaccio dopo 18 secondi di De Rossi lasciava presagire come sarebbe stato il clima agonistico della partita stessa. La Juve ha dato l’impressione di voler aspettare la Roma, sulla falsariga della partita di Champions contro il BVB, per poi ripartire in contropiede come benissimo hanno saputo fare i giocatori bianconeri martedì in coppa, giocando un calcio che, da discreto osservatore, farebbe giusto al caso di un Milan che decise di cacciare proprio l’attuale allenatore della Juve ormai più di un anno fa e che adesso brancola nel buio, ma questa è un’altra storia. La prima frazione di gioco si avvia alla conclusione senza particolari pericoli per i due portieri: De Sanctis rischia di subire un autogol clamoroso da Manolas, e Buffon è spettatore privilegiato di una partita non particolarmente esaltante.

Al rientro in campo dopo il riposo si cambia registro: è la Juve a fare la partita, la Roma subisce gli attacchi bianconeri che si avvicinano pericolosamente al gol in un paio di occasioni. Allegri ha capito che la partita può essere gestita (e vinta) diversamente da come era inizialmente stata preparata e la squadra risponde benissimo a questo nuovo cambio di rotta. La difesa giallorossa è totalmente in bambola e sul lato sinistro i bianconeri entrano come una lama nel burro grazie ad un Torosidis visibilmente in difficoltà, al quale viene presentato il conto al minuto 62, quando stende Vidal dopo l’ennesima incursione, prende il secondo giallo e va anzitempo sotto la doccia. Come nel più classico dei paradossi “murphologici” (http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_Murphy), se la partita giallorossa sembrava essersi messa male, un minuto dopo si è messa peggio. Dalla punizione immediatamente successiva all’espulsione, Tevez mette alle spalle uno splendido arcobaleno che lascia di sasso De Sanctis: 1-0 Juve. Sfido chiunque al 65°, con la Juve in vantaggio e la Roma in 10 a prevedere quello che poi sarebbe successo: dopo il gol la Juventus spegne la luce, esce definitivamente dal campo e la Roma anche grazie ai cambi inizia finalmente a giocare a calcio. Il primo tiro in porta dei giallorossi arriva al 70° (!!!) minuto di gioco con uno splendido colpo di testa di Manolas che impegna Buffon. La Roma si sblocca, dimostrando quello che è il vero problema di questa squadra, ovvero un problema di testa, psicologico: causa scatenante di questo problema sono state, a mio modo di vedere, delle partite chiave (Juventus, Bayern Monaco e Manchester City) che hanno minato profondamente la fiducia di una squadra che altrimenti sarebbe andata molto meglio di quanto effettivamente sta facendo. Si scrolla di dosso tutti i blocchi e tutte le paure che l’hanno frenata fino a quel momento e mette sotto la Juve, che gli regala praticamente 20 minuti di partita, gran parte del possesso palla e 3 tiri in porta, uno dei quali costa il pareggio finale firmato da Keita di testa.

La Juventus si è confermata una squadra solidissima, capace di comportarsi da grande squadra, capace di saper gestire la partita, ma ancora incapace di ammazzare partita e campionato quando gli si è presentata l’occasione. Allegri dovrà essere bravo a tenere alta la tensione per gli impegni futuri di Coppa Italia e Champions League, perché quel drastico calo di tensione negli ultimi minuti di partita se dovesse ricapitare potrebbe essere pagato a caro prezzo su palcoscenici diversi. La Roma ha dimostrato ancora una volta di avere grossi limiti dal punto di vista psicologico, caratteriale e del temperamento, ma una volta superati i blocchi mentali e la paura si è rivelata per quello che è: una grande squadra capace di mettere in difficoltà i Campioni d’Italia in carica anche in inferiorità numerica. Un ultimo appunto sui tanti discorsi che si sono fatti su Totti e De Rossi, sul loro temperamento, sul fatto che la Roma abbia giocato meglio senza di loro perché loro da Romani e Romanisti soffrono le partite importanti in casa. È indubbio che i cambi abbiano dato una svolta alla partita ma questo non è avvenuto per l’uscita dal campo delle due Bandiere giallorosse. Parliamo di gente che ha giocato una finale mondiale, gente abituata anche a serate di Champions, gente pronta a dare tutto per la squadra della propria città. Quel ragazzino con la 10 giallorossa sulle spalle, nemmeno due mesi fa, ha pareggiato un Derby da solo, segnando due gol in un tempo solo. Penso che la loro dedizione e la loro voglia di far bene con quella maglia non siano da discutere, ma che semplicemente una serata storta possa capitare anche ai più grandi.

Spero, per il bene del campionato, che sia tornata la vera Roma. E che magari la Juve distratta dagli impegni riesca a rendere questa volata finale ancora più bella e divertente di quanto già non sia, per vivere insieme i mesi più caldi della stagione calcistica e raccontarvi domenica dopo domenica, partita dopo partita, questa splendida stagione.

Minuto91 is back!!!

GA

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SFANGATA!


Capitan Parrinello carica i tifosi e li ringrazia per gli applausi dopo la sua uscita dal campo.

Capitan Parrinello carica i tifosi e li ringrazia per gli applausi dopo la sua uscita dal campo.

La ASD Sommatinese Calcio conquista la sesta vittoria di fila sul difficile campo della Nuova Pro Nissa, reso pesantissimo dalla pioggia caduta nelle ore precedenti la partita che ha reso il terreno un vero e proprio pantano. Il titolo, che richiama appunto al fango presente sul terreno di gioco, nel gergo Romano equivale a dire che un ostacolo è stato superato e, sinceramente, era la parola che più di tutte mi riportava alla memoria la partita di domenica.

La partita alla quale abbiamo assistito al Palmintelli è stata, per distacco, la più bella della stagione finora: la Nuova Pro Nissa senza timori reverenziali nell’affrontare la capolista, decisa a far valere il proprio fattore campo, e la Sommatinese che, forte delle 5 vittorie consecutive e del primato in classifica, è arrivata a Caltanissetta con l’intenzione di fare bottino pieno. L’inizio della partita è spumeggiante, con continui cambi di fronte la partita scorre via piacevolmente fino al vantaggio Granata con Bomber Parrinello che sblocca subito la partita dopo 10 minuti. La Nuova Pro Nissa non molla e cerca subito il pareggio, ma la Sommatinese si difende con ordine e riparte, grazie alla solita splendida regia di Morello che illumina mirabilmente il centrocampo. La Sommatinese spinge, cerca il raddoppio e neutralizza alla perfezione ogni attacco Nisseno, e i suoi sforzi sono premiati al minuto 34 quando Sammarco conclude un’azione caparbia e, dopo aver saltato anche il portiere, deposita il pallone in rete per il raddoppio Granata. Da quel momento in poi la Sommatinese gestisce e la Nuova Pro Nissa prova a diminuire lo svantaggio per chiudere un primo tempo giocato dignitosamente, ma ogni tentativo si conclude in un nulla di fatto e la prima frazione di gioco si conclude sul risultato di 2 a 0 per gli ospiti.

Nella seconda metà di gara, forse l’errore che i giocatori Granata hanno commesso è stato quello di considerare la partita definitivamente chiusa, probabilmente sottovalutando un po’ quelle che erano le possibilità di recupero della squadra di casa. Mentre proprio la Nuova Pro Nissa è entrata in campo con un piglio diverso, più convinta dei propri mezzi, con la voglia di rimettere in piedi una partita in parte compromessa. I biancoscudati spingono fin dai primi minuti e dopo 6′ l’arbitro assegna un rigore, forse per compensare un errore fatto nel primo tempo in cui aveva scambiato un fallo da rigore dentro l’area, con un semplice calcio di punizione, scatenando l’ira dei Nisseni. L’incolpevole Bonaffini viene spiazzato dagli 11 metri e la Nuova Pro Nissa riapre una partita considerata chiusa, forse con troppa fretta. I biancoscudati spingono sull’acceleratore e, mentre il tridente Granata predica nel deserto, poco supportato da una retroguardia impegnata a difendersi dagli attacchi Nisseni, che si fanno più insistenti fino al gol del pareggio che arriva al minuto 22 della ripresa. Proprio il pareggio è la scossa giusta che sveglia i Granata dal torpore che li aveva caratterizzati nella seconda metà di gara. L’intensità aumenta e il campo, reso sempre più pesante dalla pioggia caduta anche durante la partita, somiglia sempre più ad una piscina: è battaglia vera in tutte le zone del campo. La partita a questo punto è bellissima, entrambe le squadre sanno di poter vincere, nonostante il divario tecnico, colmato però dalle motivazioni e dall’inerzia della gara a questo punto favorevole ai Nisseni. Gli attacchi si susseguono uno dopo l’altro, i Granata sanno che dare continuità ai risultati e vincere anche questa trasferta sarebbe fondamentale, ci credono, tornano a spingere nuovamente, trascinati dalla qualità dei propri giocatori, e a 13 minuti più recupero dalla fine Parrinello sfrutta un lancio millimetrico e insacca a tu per tu col portiere contenendo benissimo il rientro del difensore: è l’apoteosi. I Granata tornano in vantaggio in una partita che si era trasformata inaspettatamente in una battaglia intensissima, una sfida di nervi che i giocatori Sommatinesi, tenendo magistralmente nel finale, riescono a chiudere sul punteggio di 3 a 2. Gol fondamentale quello del Bomber Parrinello, ma guai a dirgli che la partita è stata vinta grazie a lui. Da Capitano vero vi risponderebbe che è stato solo grazie al lavoro di tutti che siamo riusciti a portare a casa i 3 punti.

Una chiusura doverosa a questo articolo è qualcosa di molto personale. Questa, infatti, è stata l’ultima partita che ho potuto seguire con Voi e per Voi in questo periodo. I miei impegni universitari mi richiamano a Roma, ma le sorprese non sono finite e vi assicuro che Minuto91 continuerà sempre ad essere molto vicino alla ASD Sommatinese Calcio, perché la partnership non si interromperà qui e nemmeno la distanza riuscirà a farlo. Sarò di nuovo a bordocampo nell’ultima giornata di campionato, sperando di festeggiare la fine di una cavalcata splendida che continuerà già da domenica contro la squadra di Santa Caterina e che ci porterà al tanto sperato salto di categoria. Sono sicuro che questa splendida squadra, con questi grandi dirigenti e questi splendidi tifosi, continuerà a far sognare la Nostra città. Spero che sia stato un piacere per Voi esattamente come lo è stato per me starvi così vicino in questo periodo. Tornerò presto, o forse è meglio dire che anche se lontano fisicamente non smetterò di esservi vicino e di occuparmi di Voi, per raccontare con orgoglio quella che è la storia della Sommatinese Calcio. Grazie di cuore.

Il meglio deve ancora venire!

Forza Sommatinese! Avanti Granata!

GA

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Sommatinese 6 Prima!!!


Morello sempre padrone del centrocampo: il "Pupone" sempre pronto a dispensar splendidi palloni per i compagni.

Morello sempre padrone del centrocampo: il “Pupone” sempre pronto a dispensar splendidi palloni per i compagni.

Splendida prova di forza della Sommatinese nella partita di Domenica valida per la 11ª giornata del campionato provinciale di Terza Categoria. Avversario (o forse meglio dire vittima) di giornata è stata la squadra di Acquaviva, protagonista all’andata di un discusso ricorso che ha portato alla sconfitta a tavolino dei Granata e alla squalifica di numerosi tesserati della stessa società. Questa volta, però, la partita si è giocata e vinta alla grande sul campo, senza alcuna possibilità di appello.

Nonostante le squalifiche derivanti dalla scellerata gestione arbitrale di Niscemi, Mister Salerno è riuscito a mettere in campo un’ottima formazione che, nonostante l’assenza di due titolarissimi come Sanfilippo e Incardona, è riuscita perfettamente a non farne sentire la mancanza. I Granata sono subito partiti col piglio giusto, attaccando ripetutamente la difesa biancorossa, che crollerà irrimediabilmente sotto i colpi della squadra di casa, capace di passare in vantaggio già dopo 9 minuti di gioco con il solito Michele Geraci. L’Acquaviva tenta di riorganizzarsi e di contrattaccare, ma le offensive Granata diventano sempre più insistenti: tre nitide occasioni capitano all’attacco Sommatinese che sfiora il gol una volta con Capitan Parrinello e due volte con Sammarco, preludio di quella che diventerà una vera e propria festa del gol. Al 37° minuto, infatti, un goffo tentativo di rinvio della squadra ospite si trasforma nel più classico degli autogol, consentendo ai Granata di raddoppiare. Da quel momento si spegne la luce per gli ospiti, mentre i padroni di casa, in stato di grazia, dilagano trascinati da uno splendido Morello in cabina di regia e dagli ottimi esterni Tricoli e Ciranni capaci di mettere in difficoltà la difesa avversaria ad ogni discesa sulle fasce. Dopo soli quattro minuti il sempre generoso Calogero Cassaro segna il gol della domenica: approfitta di un rinvio imperfetto della difesa e si fa trovare pronto al limite dell’area per scaricare una sassata che si va ad insaccare all’incrocio dei pali per il momentaneo 3 a 0 al 41° minuto. Passano due minuti e la storia non cambia: Capitan Parrinello mette la testa su un ottimo cross dalla fascia ed anticipa di giustezza il portiere avversario mettendo in rete il 4 a 0 che gli consente di partecipare alla festa. Ci prova anche Ciranni nel finale di tempo ma il suo tentativo si stampa sulla traversa. I Granata tornano negli spogliatoi con la partita in ghiaccio e l’umore altissimo.

Il secondo tempo è pura accademia: Mister Salerno si premura che non ci siano pericolosi cali di tensione fisiologici in situazioni del genere e tiene alto il livello di concentrazione. Il copione della partita non cambia anche se chiaramente si abbassa l’intensità della gara, praticamente già conclusa da tempo. L’allenatore riesce a dar spazio anche ai più giovani che riescono a mettersi in luce: Giancarlo Giannone e Filippo Di Bilio classe ’97 e Michele Noto (classe’98, partito per la prima volta dal primo minuto ed autore di una buona prova con delle belle giocate) rappresentano infatti un’altra buona notizia in questa splendida giornata al Peppe Tricoli. I numerosi cambi effettuati hanno consentito alla squadra di mantenere un certo ritmo e la voglia di far bene, continuando ad attaccare per migliorare ancora il punteggio. Dopo 18 minuti dall’inizio della ripresa Capitan Parrinello sigla la doppietta personale portando il punteggio sul 5 a 0. Il Mister da fondo a tutte le sue risorse in panchina permettendo l’ingresso in campo di El Rhafil (soggetto del contendere nella partita di andata), Chiaramonte e Pace, che dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo riesce a trovare il primo gol in campionato, scatenando una reazione a dir poco particolare di Tricoli. Nel finale c’è anche il tempo per il gol della bandiera degli ospiti che non macchia comunque una prestazione maiuscola di tutta la squadra e che gli consente di tenere il morale altissimo per la prossima trasferta in terra Nissena.

A completare una giornata praticamente perfetta ci pensa la notizia che arriva da Montedoro, dove la capolista Sicilianamente perde in casa contro San Cataldo consentendo il sorpasso ai Granata che balzano al primo posto solitario in campionato che consentirebbe la promozione diretta in Seconda Categoria. Si può dire che la Sommatinese è tornata al posto che gli compete, quel primo posto per il quale si è tanto lavorato e che l’organico, lo staff, la dirigenza e i nostri splendidi tifosi meritano. Un primo posto da mantenere, un primo posto da consolidare, un primo posto da portare avanti fino alla festa promozione. Questa squadra ha tutte le qualità per farlo e sulla scia delle 5 vittorie consecutive e dell’ottimo lavoro fatto, questo obiettivo non sembra per nulla irrealizzabile. Sognare in grande non costa nulla e questa squadra ci consente di farlo.

Forza Sommatinese! Avanti Granata!

GA

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(IN)DISCIPLINA!


Il tiro di Giuseppe Chiaramonte che ha regalato il 2-0 definitivo ai Granata

Il tiro di Giuseppe Chiaramonte che ha regalato il 2-0 definitivo ai Granata

 

Nella prima giornata di ritorno del campionato provinciale di Terza Categoria, netta vittoria per la Sommatinese Calcio di Mister Salerno che si è imposta per 2-0 in trasferta sul campo di Niscemi, che ha retto discretamente nonostante il bruttissimo tempo degli ultimi giorni.

La squadra si è comportata bene, seguendo per quanto possibile le indicazioni del Mister e giocando come sa, riuscendo per larghi tratti della partita a restare nella metà campo avversaria, migliorando nella costruzione in mezzo al campo alla quale il Mister sta lavorando e dalla quale ha avuto dei netti miglioramenti nel corso del girone d’andata grazie ai nuovi innesti e alla crescita di condizione dei giocatori stessi. Sul piano del gioco i padroni di casa non hanno praticamente mai impensierito i Granata che si sono difesi con ordine dagli sporadici e spesso disordinati attacchi Niscemesi. La continua presenza Sommatinese in attacco ha messo in difficoltà la retroguardia gialloverde anche su calcio piazzato, e proprio su calcio piazzato è arrivato il vantaggio Granata firmato dal solito Michele Geraci che con un’ottima punizione ha infilato il pallone nell’angolo alla destra del portiere al 34° minuto del primo tempo, che ha consentito ai Granata di tornare negli spogliatoi in vantaggio.

Al rientro in campo quella che sembrava semplicemente una partita intensa, rude, ma corretta nonostante tutto (ma ci torneremo), si è trasformata in una vera e propria battaglia. Le squadre in campo hanno aumentato l’intensità e la durezza dei contrasti e, purtroppo, l’arbitro ha inspiegabilmente perso la testa. A farne le spese è stato chiaramente lo spettacolo in campo, visto che la partita è andata avanti tra continue interruzioni e una pioggia di cartellini. Al 20° della ripresa infatti, l’espulsione di uno dei padroni di casa, provoca l’ira dei tifosi e l’arbitro, forse intimidito da questi ultimi, decide di espellere un incolpevole Sanfilippo che il fallo, suo malgrado, l’aveva subito. Con i dovuti cambi la squadra risistema il suo assetto in campo e si avvia ad una gestione tranquilla del vantaggio con le continue sortite offensive di Geraci e Parrinello. A 9′ dalla fine, però, l’arbitro ormai totalmente in balia degli eventi espelle Incardona per un fallo totalmente inesistente davanti alla panchina dei padroni di casa, che accende una mischia, risolta senza ulteriori provvedimenti disciplinari, a mio avviso necessari. Con l’inferiorità numerica dei Granata, i padroni di casa, che fino a ieri avevano perso una sola volta tra le mura amiche, credono nel pareggio e spingono cercando il gol che avrebbe fruttato un punto. Il numero 1 di giornata Bonaffini è chiamato ad un miracolo nel finale che, con l’aiuto del generosissimo Cassaro, tiene il punteggio sullo 0-1, e per la solita ed antichissima regola non scritta del “gol sbagliato, gol subito”, in contropiede Chiaramonte (da poco subentrato a Capitan Parrinello, che aveva dato davvero tutto) supera il portiere con un gran tiro da fuori che fissa il punteggio sullo 0-2 e fa esplodere la panchina ed i tifosi Granata accorsi al campo.

Ecco…mi sarebbe piaciuto davvero tanto concludere il pezzo così, con il gol di Chiaramonte e gli abbracci a bordocampo, ma purtroppo non è possibile. Un appunto mi sembra infatti doveroso a quello che è successo a Niscemi a Noi ospiti e che, purtroppo, mi ha suggerito il titolo per l’articolo stesso. Che una squadra decida di giocarsi la partita sul piano fisico, impostando la partita e l’atteggiamento stesso in una certa maniera, come direbbe Rafa Benitez “Ci può stare!”, soprattutto in questa categoria. Anche perché si sa, la maggior parte dei giocatori sono dei bravi ragazzi che per quanto possano picchiare duro in campo, alla fine dopo una stretta di mano risolvono tutto. Quello che ho sinceramente trovato inaccettabile è stato l’atteggiamento ed il comportamento di soggetti che con la squadra non avevano nulla a che fare, che (permettetemi di dirlo) hanno rovinato la partita stessa. Non mi permetto di giudicare nessuno, mi limito ad esprimere un’opinione su fatti accaduti davanti ai miei occhi e mi viene da pensare che, per fare un esempio, il comportamento di una persona in divisa, che sia un soccorritore o un membro della protezione (in)civile non importa, che si piazza volutamente dietro la porta di un ragazzo di 18 anni che potrebbe benissimo essere suo figlio con il chiaro intento di intimidire e provocare il ragazzo è francamente inaccettabile. Pensare che i pochi, ma stupendi, tifosi ospiti accorsi siano “gentilmente invitati” a spostarsi in un altro settore dello stadio (tra l’altro senza copertura idonea, nonostante la pioggia) per “evitare problemi” che avrebbero potuto esserci se fossero rimasti nello stesso settore dei tifosi di casa, è francamente inaccettabile. Esattamente come è inaccettabile che in una partita di terza categoria, in cui si gioca fondamentalmente per divertimento e per passione, si sia reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine che hanno dovuto scortare squadra e tifosi ospiti fuori dalla città. A me dispiace sinceramente per la dirigenza Niscemese: un loro membro ieri ha scritto che a Niscemi loro stanno cercando di fare bene nonostante tutto, e che non è facile. Ecco, dopo la partita di ieri capisco bene il perché. Non mi stancherò mai di ripeterlo, le ostilità in campo si chiudono al triplice fischio con una stretta di mano o un abbraccio sincero. Purtroppo, però, quello che succede fuori non si è chiuso e, personalmente, per il bene di questo splendido Sport e delle persone che si impegnano per questo, spero che il triplice fischio a comportamenti del genere possa arrivare presto.

Mi scuso per la lunghezza di questo articolo, ma mi sembrava doveroso aggiungere una (personalissima ed altrettanto discutibile opinione in merito agli accaduti). Per quel che mi riguarda l’importante è che tutto si sia risolto senza conseguenze e che la squadra della Nostra città sia tornata a casa coi 3 punti nel borsone fondamentali per il costante obiettivo della promozione diretta. Una settimana difficile aspetta i Granata costretti a preparare l’impegno casalingo di domenica contro Acquaviva con le defezioni derivanti da un arbitraggio non all’altezza, ma sono sicuro che anche questa volta la squadra, a differenza del nostro ultimo arbitro, sarà all’altezza.

Mi scuso inoltre con chiunque si sentirà offeso in qualche modo da questo articolo, ma chi conosce me e questo spazio sa che non è assolutamente nel mio stile. Ad ogni modo, se così dovesse essere stato, chiedo scusa. Non era mia intenzione.

Forza Sommatinese, sempre e comunque!

GA

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Il 7 e l’8


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La gioia di Giannone dopo il primo gol. Alle sue spalle Geraci applaude: sarà lui a segnare il definitivo vantaggio.

Non si poteva sperare in un inizio d’anno migliore per la Sommatinese Calcio di Mister Salerno. L’impegno, che sulla carta sembrava proibitivo visto com’era finito il 2014, contro la capolista Sicilianamente Montedoro è stato gestito in maniera praticamente perfetta dai Granata che si sono imposti col punteggio di 2 a 1.

Già dal prepartita sembrava chiaro che da questo incontro ci sarebbero state delle novità. Per colpa di infortuni, squalifiche e defezioni varie, infatti, molti dei componenti dell’undici titolare erano assenti per la partita e Mister Salerno è subito corso ai ripari convocando Sammartino per sostituire tra i pali l’infortunato Alessi e inserendo nella lista dei convocati anche se stesso. Un rientro fondamentale, invece, è stato quello di Parrinello che ha di fatto esordito in questo campionato che fino ad ora l’aveva visto ai box dalla prima giornata. L’innesto di Parrinello e Salerno ha restituito alla squadra quella cattiveria agonistica, quella grinta, ma soprattutto quella esperienza (che in campionati del genere fa tutta la differenza del mondo) che ha aiutato la squadra ad essere più consapevole dei propri mezzi, più sicura e conscia del proprio valore rispetto ai precedenti impegni. Di sicuro i rientri di quelli che finora sono stati i titolarissimi insieme ai nuovi innesti riusciranno a dare la carica giusta per poter davvero pensare a vincere questo campionato, considerato che l’esperienza è (come detto) un fattore fondamentale, ma i valori tecnici contano sempre, e di certo meritiamo una classifica migliore di quella che abbiamo in questo momento, visto il nostro livello in relazione al campionato e i diversi giocatori decisamente fuori categoria che possiamo vantare nel nostro organico.

Per quel che riguarda lo spettacolo sul rettangolo da gioco, la partita è stata davvero intensa fin dai primi minuti in cui la Sommatinese ha dimostrato di essere scesa in campo con la giusta mentalità per affrontare la capolista: compatti in difesa e pronti a costruire in avanti per far male agli avversari. I Granata attaccano subendo veramente poco fino al minuto 34, quando Giuseppe Giannone (il 7) concretizza una bella azione e mette in rete grazie all’aiuto del palo. La gioia, purtroppo, dura poco perché un minuto dopo il Montedoro riesce a pareggiare con un gol Olimpico (direttamente da calcio d’angolo) con Sammartino all’esordio stagionale tra i pali battuto con la complicità del forte vento che soffiava sul “Peppe Tricoli”. Il pareggio Montedorese colpisce un po’ i Granata che riescono, però, a tenere nei minuti finali e a chiudere il primo tempo in parità.

L’intervallo è il momento ideale per riordinare le idee ed organizzare la ripresa. Il secondo tempo vede i Granata costantemente in attacco con la squadra ospite chiusa in difesa che non impensierisce praticamente mai il numero 1 Sommatinese di giornata. La costante presenza in attacco viene premiata al minuto 64, quando direttamente su calcio di punizione Michele Geraci (l’8) piazza un bolide sul palo del portiere e fissa il punteggio sul definitivo 2 a 1. Da quel momento è pura accademia per i Granata che gestiscono il vantaggio e riescono a non subire più di tanto il ritorno della squadra ospite che arriva a concludere verso la porta solamente un’altra volta con un colpo di testa alto sopra la traversa. Nel finale l’intensità si trasforma in nervosismo e frustrazione per la squadra ospite che nell’eccessiva foga di cercare il pareggio pecca di irruenza ed è costretta a chiudere la partita in inferiorità numerica macchiando una partita estremamente corretta fino a quel momento, sia dentro che fuori dal campo. Per la prima volta in questo campionato, infatti, abbiamo avuto l’onore di ospitare un folto gruppo di sostenitori ospiti venuti da Montedoro per sostenere la propria squadra. Ai tifosi ospiti è stato poi dedicato un coro a fine partita da parte degli Ultras Granata Boys che, sempre presenti e sempre calorosissimi, dimostrano di essere davvero innamorati di questi colori e di questo Sport in qualunque momento e al di là del risultato.

Prossimo impegno per i ragazzi di Mister Salerno domenica a Gela per dare continuità alla bella vittoria, considerato che fino ad ora non si sono mai vinte due partite in fila, e provare a sfatare il tabù trasferta che ci vede ancora a 0 punti conquistati lontano dalle mura amiche. Speriamo che la vittoria di questa domenica possa essere la svolta di questo campionato per essere protagonisti da qui alla fine.

Io ci credo!

Forza Sommatinese! Avanti Granata!

GA

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Trasferta stregata


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Prima sconfitta stagionale per i ragazzi di Mister Salerno che crollano per 2-0 sotto i colpi un Villahermosa non irresistibile, ma messo bene in campo ed apparso con più voglia nell’arco dei 90 minuti. La partita fin dai primi minuti di gioco è apparsa abbastanza intensa con continui capovolgimenti di fronte per nulla aiutati da un campo in pessime condizioni che ha di sicuro inciso sul rendimento delle due squadre.

Mister Salerno ha deciso di riproporre lo stesso sistema di gioco dell’ultima vittoria contro la Pro Nissa: il 352 tanto decantato alla fine dello scorso incontro, però, non ha portato i frutti sperati e si è rivelato un’arma a doppio taglio. La squadra ha sofferto per gran parte dell’incontro con la difesa a 3 e il centrocampo non è riuscito a supportare né sugli esterni, visto che in pochissime occasioni si è arrivati sul fondo per crossare, sia al centro, dove nonostante la voglia si è riuscito a creare ben poco. Ieri i problemi più grossi sono stati forse quelli di impostazione: molte volte, infatti, piuttosto che passare dal centrocampo, dove vantiamo ottimi talenti (uno su tutti Morello), si è preferito optare per lanci lunghi dalla difesa che scavalcavano i centrocampisti per finire poi in zona d’attacco dove troppo spesso gli avversari arrivavano prima di noi. Non è stata nemmeno una questione di tempo, visto che tra il primo e il secondo gol degli avversari è passato quasi un tempo di gioco. La squadra scesa in campo ieri semplicemente non è riuscita a reagire nel migliore dei modi allo svantaggio e non ha creato granché in zona offensiva. Forse qualcosa è mancato anche dal punto di vista della cattiveria agonistica e della voglia da parte di alcuni Granata: la squadra ha subito uno scossone solo dopo l’ingresso in campo di Incardona che, pur acciaccato, è riuscito a dare la carica giusta ai compagni per l’inizio della ripresa. Purtroppo per noi, però, lui e pochi altri predicavano del deserto e il loro apporto, seppur ammirevole, non è bastato ad alzare l’asticella della grinta per reagire ed arrivare al pareggio.

Dalle gradinate del campo di Santa Caterina, i tifosi Granata al seguito della squadra sembravano tutti d’accordo nell’esprimere l’opinione che questo modulo non convince. Non è stata la sconfitta esterna a dare la conferma che qualcosa non andasse, anche dopo la vittoria interna nella quale la squadra aveva utilizzato lo stesso sistema di gioco, i più scettici avevano criticato la scelta, sicuri che questa sarebbe stata davvero troppo impegnativa e dispendiosa per i giocatori. A distanza di una settimana i dubbi dopo la sconfitta si ripropongono e di sicuro occuperanno i pensieri di Mister Salerno nei prossimi giorni prima del prossimo impegno. L’infortunio di Sanfilippo nel corso del primo tempo, in effetti, poteva essere la giusta occasione per passare ad un modulo più prudente e solido, col quale si potevano avere più certezze, ma così non è stato. A mio modesto modo di vedere, inoltre, la gestione dei cambi è stata un po’ tardiva: la Terza Categoria da la possibilità di cambiare fino a 5 giocatori, quindi perché non sfruttarla? Dei cambi più oculati, senza aspettare il minuto 88, potrebbero dare maggior freschezza alla squadra, sfruttando la voglia di chi è rimasto fuori e facendo rifiatare chi parte dall’inizio, ampliando le rotazioni e cementando il gruppo, ma è solo una mia opinione. Ad ogni modo, è di sicuro meglio che battute d’arresto come questa capitino (se proprio devono) all’inizio della stagione, quando ancora si è in tempo per sistemare le cose e correggere il tiro. Non bisogna perdersi d’animo, il cammino è ancora lungo e non sarà un incidente di percorso a farci perdere fiducia nei nostri mezzi, convinti che le nostre individualità, alcune decisamente fuori categoria, messe bene in campo possono portarci in alto per continuare a sognare un gran bel futuro a tinte Granata.

Nota di merito doverosa, in conclusione, ai tifosi ospiti: da Sommatino, infatti, numerosi tifosi sono arrivati a Santa Caterina per sostenere la squadra in trasferta, con i fedelissimi Ultras Granata Boys in testa, per incitare e cantare per tutti i 90 minuti senza cadere nelle provocazioni del pubblico di casa. Di sicuro non sarà una sconfitta a spegnere l’entusiasmo dei tifosi, che saranno pronti a cantare ancora più forte per il prossimo impegno in casa di Domenica contro San Cataldo. Con dei tifosi così e i nostri talenti in campo, potremo andare davvero lontano, basterà solo imparare dagli errori commessi.

Granata adesso fermi a 7 punti e scavalcati proprio dalla squadra di Santa Caterina, mentre continua la crisi del Canicattì (citazione che i più attenti di Voi di sicuro coglieranno!;) )

Forza Sommatinese! Avanti Granata!

GA

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Una Vittoria Per Luigi


Gli Ultras Granata Boys dedicano uno striscione alla memoria del compianto Luigi Indorato.

Gli Ultras Granata Boys dedicano uno striscione alla memoria del compianto Luigi Indorato.

Sommatino e il Calcio: un legame a doppio filo che dura da decenni e che penso non si spezzerà mai. Essendo cresciuto in questo Paesino ed essendomi formato come persona tra queste strade, posso benissimo dire per esperienza che qui si respira Calcio, praticamente si vive di questo. Nella mente della maggior parte della popolazione non esiste altro Sport, altro argomento di conversazione: è un chiodo fisso che dura 365 giorni l’anno per tutta una vita, dedicata per intero ad una squadra del cuore e, nei periodi in cui le circostanze lo consentivano, al Sommatino. Si perché, possono cambiare i nomi, le dirigenze, le maglie e gli sponsor, ma l’Amore di questa città e dei suoi abitanti per la squadra locale non passerà mai. Dopo alcuni anni di “pausa” quest’anno, grazie ad un gruppo di ragazzi volenterosi capitanati dal Presidente Lorenzo Ferrante, e all’aiuto degli sponsor, il Calcio è ufficialmente tornato a Sommatino. Come detto l’entusiasmo, sin dai primi impegni in amichevole, non è mancato; anzi, l’inizio della nuova stagione ha riacceso l’entusiasmo nei cuori dei tifosi favorendo la nascita del gruppo organizzato del tifo Sommatinese: gli Ultras Granata Boys, che fin dalla prima giornata di campionato hanno riempito gli spalti in casa e in trasferta, sfidando anche trasferte proibitive ed accoglienze non proprio amichevoli e signorili. Essendo io stesso un Sommatinese, seppur per la maggior parte dell’anno fuori sede, la notizia della creazione della ASD Sommatinese Calcio ha decisamente acceso un certo entusiasmo anche nel mio di cuore, e la contemporanea apertura di questo spazio, grazie anche al consenso della dirigenza Granata, ha consentito che la mia idea di raccontare ciò che realmente è il Calcio a Sommatino potesse diventare qualcosa di concreto, di conseguenza inauguro ufficialmente con enorme piacere, onore ed anche un pizzico di orgoglio campanilistico lo Spazio Granata, interamente dedicato alla Sommatinese.

Dopo le prime due giornate i Granata hanno raccolto 4 punti frutto di una vittoria in casa per 3-1 contro Niscemi e un pareggio esterno per 1-1 ad Acquaviva Platani. La terza giornata del Campionato di Terza Categoria segnava il rientro tra le mura amiche per l’impegno contro la compagine Nissena della Pro Nissa. L’inizio della partita è segnato da un emozionante momento di commemorazione: in questi giorni ricorre infatti l’anniversario della tragica scomparsa di un ex giocatore Granata, Luigi Indorato, che gli Ultras Granata Boys ricordano con uno striscione sulla tribuna a lui dedicata, sotto la quale il capitano di giornata Riccardo Cigna depone un mazzo di fiori. Dopo il fischio d’inizio la cronaca della partita è quantomai semplice. Al 10° minuto del primo tempo è Luigi Cocita a portare in vantaggio i padroni di casa che da quel momento dominano la partita legittimando il vantaggio con numerose occasioni da gol fino al 16° del secondo tempo, quando Dylan Parla, entrato pochi secondi prima sfrutta benissimo la prima palla giocabile arrivatagli, fissando il punteggio sul definitivo 2-0. Il resto è pura accademia per i ragazzi di Mister Salerno, che si concede il lusso di sperimentare con la formazione in corso d’opera dopo aver, tra l’altro, iniziato la partita con un modulo diverso rispetto ai primi impegni. La rocciosa difesa Granata ha tenuto bene le sporadiche offensive Nissene con Incardona e Cigna in super giornata che hanno consentito al portiere Alessi di non essere praticamente mai impegnato se non in occasione di un paio di uscite puntuali, più lo spettacolare rinvio di testa dal limite dell’area. Se si vuole trovare un difetto alla prova della squadra, l’unico che viene in mente è stata la mancanza di cinismo, il chiudere prima la partita, il dare il colpo di grazia all’avversario ferito. La partita poteva decisamente essere chiusa prima e le occasioni per farlo ci sono state, ma di sicuro la prova fornita dalla squadra è stata ottima e il prossimo rientro dell’infortunato Parrinello (universalmente riconosciuto come Bomber) insieme ai vari Cocita, Sammarco, Chiaramonte, Geraci, Cammarata e al giovane Noto, con l’aiuto dei numerosi centrocampisti con vocazione offensiva riusciranno a dare alla formazione quel peso offensivo e quella cattiveria che permettano di chiudere prima le partite e senza correre rischi.

Mister Salerno a fine partita si è detto soddisfatto della prestazione: “Avevamo preparato bene la partita in settimana, studiando bene il nuovo modulo che avrebbe alzato il tiro della squadra per provare a fare meglio ed avere più spinta sugli esterni, passando al 352. Ma di sicuro non ci fossilizzeremo su un modulo solo, prepareremo le partite in base alle esigenze, non ci sarà nulla di prestabilito. I ragazzi si sono comportati bene e sono molto soddisfatto per i tre punti.”.

Adesso testa, gambe e cuore alla prossima trasferta di Santa Caterina.

Forza Sommatinese! Avanti Granata!

GA

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Luci a San Siro


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Titolo, e conseguente argomento, quasi scontato per questa 12esima giornata di campionato che ha regalato diverse sorprese sul campo e che ha vissuto un lunghissimo avvicinamento, come sempre in questi casi, al Derby della Madonnina di domenica sera. Partita alla quale si è arrivati dopo le due settimane di sosta che ci hanno restituito un’Inter con un allenatore diverso, con un nuovo sistema di gioco e un nuovo modulo. Dall’altra parte della barricata, il Milan ormai rodato dopo l’inizio di campionato si è dovuto preoccupare solo delle novità che il nuovo Mister avrebbe potuto mettere in campo e studiare le eventuali contromisure.

È stato definito da molti alla vigilia un Derby “triste”, visto che ormai da parecchio tempo la stracittadina Milanese non è uno scontro diretto per i migliori posti in campionato, ma una partita tra due squadre deluse dal periodo e dalla stagione in corso che cercano tre punti nella partita più importante della stagione per risollevare il morale dei tifosi più scettici. Il segno dei tempi che cambiano è percepibile già allo scambio dei gagliardetti, i capitani sono Mexés e Ranocchia, a dimostrazione che i tempi in cui le vere bandiere delle due squadre sono ben lontani e che forse i detrattori di questa partita non hanno tutti i torti. Ma in realtà, secondo la mia visione delle cose, la partita non è stata così brutta come poteva essere. Ci sono stati tantissimi errori da parte di entrambe le squadre, alcuni madornali e che hanno inciso in maniera decisa sul risultato finale (1-1 Menez e Obi) come quello di Icardi sullo 0-0 e la traversa clamorosa di El Shaarawy sull’1-1 che trema ancora, e forse lo farà a lungo, nei pensieri dell’attaccante rossonero. Il Mancini bis inizia con un 433 inaspettato con Kovacic spostato a sinistra forse per mettere in difficoltà il terzino improvvisato Rami, che però risponde alla grande e gioca una delle sue migliori partite coprendo benissimo e ripartendo sulla fascia quasi fosse il suo ruolo naturale. Al Croato e a Palacio, Mancini chiede anche di tornare a coprire e il risultato è che ancora una volta l’argentino resta a secco. Sorte non molto diversa tocca all’omologo rossonero: il risveglio di Torres sembra, ahimè, molto lontano. Praticamente non vede mai la porta e non gli riesce neanche il classico lavoro sporco utilissimo per la squadra che, solitamente, attaccanti del suo calibro, con la sua struttura fisica e il suo talento, sono sempre in grado di svolgere. Entrambe le squadre mancavano di qualità a centrocampo e se per l’Inter non si scopre alla 12esima giornata di questo campionato, il Milan era abituato ad interpreti migliori. Pesa tantissimo l’assenza di De Jong, momentaneamente infortunato, e anche quella del lungo degente capitan Montolivo col passare delle settimane si fa sentire più delle altre. Fortunatamente per Inzaghi il rientro dei due centrocampisti è molto vicino e potrà iniziare a lavorare presto con quella che lui ha sempre definito la sua formazione ideale. Per Mancini il lavoro è appena cominciato, e come anticipato in un precedente articolo nemmeno per lui sarà breve e facile da compiere, ma almeno non dovrà gestire un ko nel Derby che avrebbe potuto lasciare scorie pericolose all’interno dell’ambiente tutto. Insomma, questo è stato decisamente uno di quei Derby vinto dalla paura: dalle tribune dello stadio la sensazione che nessuna delle due squadre volesse attaccare per paura di scoprirsi era palese. La filosofia dei minuti finali era chiara: meglio un punto guadagnato, che due punti persi. Di conseguenza, la classifica resta invariata, un punto a testa che, in una giornata che ha visto le battute d’arresto di Napoli e Samp, poteva sorridere in maniera più convinta ad una delle due sponde di Milano.

Poco più di una decina di anni fa il Derby decideva una semifinale di Champions, oggi può essere utile per decidere la corsa ad un posto in Europa League. Se è il contenuto della partita ad aver perso di fascino, di sicuro non l’ha fatto il contenitore: San Siro tutto esaurito, atmosfera da brividi, coreografie mozzafiato e cori continui per 90 minuti. Essere allo stadio è stata davvero un’esperienza indescrivibile che consiglio decisamente a qualunque tifoso di una delle due squadre almeno una volta nella vita. Da segnalare come, in virtù del patto di non aggressione siglato dalle due curve nel lontano 1983, non ci siano stati episodi di violenza. Afflusso e deflusso da e per lo stadio sono stati ordinatissimi, con tifosi delle opposte fazioni a camminare vicini, quasi in una processione pacifica verso quello che è uno dei templi più belli di questo Sport. A dimostrazione che il Calcio può essere vissuto in maniera bella, costruttiva, pacifica, amando la propria squadra e, soprattutto, questo magnifico Sport.

GA

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