Tre punti avanti, Un passo indietro…


 

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Pellè esulta dopo il gol all’esordio che regala la vittoria all’Italia

La partita di poche ore fa giocata dall’Italia a Malta ci restituisce una Nazionale uscita un po’ ridimensionata rispetto al precedente impegno contro l’Azerbaijan. La formazione Maltese occupa attualmente la posizione numero 52 del ranking UEFA e il suo movimento è praticamente inesistente visto che non si hanno notizie di squadre Maltesi nelle coppe europee, se non nei primissimi turni preliminari. Tolta la doverosa introduzione, penso che della partita ci sia davvero ben poco da dire a parte il risultato (1-0 con gol di Pellè). Penso piuttosto che ci siano alcune considerazioni da fare sul momento che la Nostra Nazionale sta attraversando.

Prima di qualunque considerazione prettamente sportiva, vorrei sottolineare una bellissima immagine che ho avuto modo di notare prima del fischio d’inizio. Personalmente è stato un bellissimo momento veder Graziano Pellè, all’esordio con gol in Azzurro, felice ed emozionato come un bambino durante l’Inno. È davvero bello vedere che ci sono ancora giocatori capaci di emozionarsi così e di capire la fortuna e l’importanza della maglia che indossano per rappresentare il proprio Paese.

Passando a quella che è stata la prestazione generale della Nazionale, c’è da dire che Malta in casa non è scesa in campo come l’Azerbaijan a Palermo. Si sono dimostrati una squadra con delle discrete individualità (ieri Failla su tutti) e soprattutto con un’ottima organizzazione difensiva che non ha permesso a Noi di giocare bene, o se preferite di giocare e basta. Purtroppo questo conferma quanto visto venerdì a Palermo: con squadre così piccole, per le quali una sconfitta di misura contro l’Italia quattro volte campione del Mondo, rappresenta praticamente una vittoria morale, diventa davvero difficile cercare di capire chi siamo e quanto valiamo davvero. L’identità di squadra che citavo nel precedente post continua ad essere presente, ed è più un discorso di gruppo che di gioco. Adesso comincia la fase veramente difficile per il C.T., perché fino ad ora ha dato forma alla sua Italia, ha cercato di far capire quale fosse la sua idea di calcio e si è servito benissimo di giocatori che sono stati davvero tanto vicini a lui in questi ultimi anni e che difficilmente lo tradiscono, uno su tutti Sebastian Giovinco che è stato sicuramente uno dei più propositivi degli ultimi due incontri. Anche se, per come la vedo io, se uno dei giocatori più propositivi, o comunque migliori degli ultimi due incontri tra tutti quelli scesi in campo, è uno che ha giocato poco più di mezz’ora in due partite bisogna di sicuro cercare di sistemare la situazione. Proprio per questo motivo adesso arriva un momento difficile, perché Antonio Conte ha un mese circa, prima dell’importante partita contro la Croazia, per capire ancora meglio quali possano essere le nuove idee da portare all’interno di questa Nazionale e cosa ancor più importante capire quali possano essere i migliori interpreti del suo sistema di gioco oltre ai suoi fedelissimi. Questa ricerca, queste decisioni che Conte sarà portato a fare nelle prossime convocazioni non saranno di sicuro un compito facile. Lui stesso ne ha parlato in conferenza stampa ed ha centrato un punto importante: il tecnico, volendo provocatoriamente esagerare, ha dichiarato che i giocatori che lui fa giocare come titolari in Nazionale nei rispettivi Clubs fanno le riserve, o comunque non sono al centro del progetto. È di sicuro una considerazione esagerata, ma non del tutto sbagliata. Quello che il tecnico sta cercando di fare, secondo me, è dare uno scossone all’ambiente: Conte vuole far capire che in questo momento,oltre a quelli che lui convoca e fa giocare come titolari, non c’è granché altro in giro. È una posizione di sicuro condivisibile, ma che non impedisce di lavorare bene e creare qualcosa di nuovo e buono con quello che si ha.

Dai due impegni si esce comunque con due notizie, una buona e l’altra cattiva: la buona è che l’Italia con tutti gli avversari è riuscita a non rischiare praticamente nulla, se non in episodi isolati. La cattiva è che con tutti gli avversari, in maniera particolare negli ultimi due impegni, ha dimostrato di non essere abbastanza cattiva sotto porta, di non essere in grado di chiudere le partite ed essere cinica come una grande squadra deve essere e come Conte ci aveva abituato nelle sue passate esperienze. Perché contro Azerbaijan e Malta si può anche essere poco cattivi sotto porta ed uscire con i tre punti in tasca, ma arriveranno momenti in cui certe occasioni non potranno di sicuro essere sbagliate.

Il migliore della serata è stato di sicuro il Salentino Pellè (meraviglioso esempio di centravanti vecchio stampo e, tra l’altro, Italiano con maggior numero di gol segnati negli ultimi anni ovunque abbia giocato) che non poteva sperare in un esordio migliore con la Sua Nazionale dopo una vita da emigrante. Il peggiore, altrettanto sicuramente, è stato l’arbitro Hanegan che ha condizionato tutto il corso della partita con l’espulsione di Mifsud al 27° e con la successiva espulsione di Bonucci al 73° (che purtroppo condizionerà anche il big match contro la Croazia), forse più per compensazione dopo essersi accorto dell’errore fatto in occasione del primo cartellino rosso, che per un’effettiva sanzione conseguente ad un fallo da chiara occasione da gol.

La strada è lunga, tortuosa e forse anche un po’ in salita, ci sarà tanto da lavorare ma per il momento anche se l’occhio fino ad ora non ha avuto la sua parte, siamo una delle poche squadre a punteggio pieno ed andiamo a giocarci il prossimo impegno a pari merito con l’altra capolista, e non è cosa da poco di questi tempi. Il prossimo appuntamento con la Nazionale è il 16 Novembre contro la Croazia. In un mese possono cambiare tante cose e Noi continueremo a sperare che tutto cambierà in positivo e che la Nostra torni ad essere una Grande e Bella Italia.

Forza Azzurri!

GA

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