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Ritorno Al Futuro


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La notizia clamorosa di questa mattina è ormai nota al grande pubblico: Thohir ha deciso di esonerare Walter Mazzarri dopo un anno e mezzo di rapporto burrascoso, nel quale non è mai sbocciato l’amore tra il tecnico Livornese e l’ambiente tutto. Per sostituirlo, la proprietà indonesiana ha deciso di percorrere la strada dell’ “usato sicuro”, richiamando alla Pinetina un allenatore che ha fatto sognare i tifosi e che riporta alla mente la grande Inter all’inizio del ciclo vincente di Morattiana memoria: Roberto Mancini è il nome scelto dalla società. Per lui contratto di due anni e mezzo per far tornare grande la sua amata Inter.

Quando è arrivato il comunicato ufficiale della società nerazzurra diverse sono state le reazioni nel mondo del calcio Italiano e fra i tifosi di tutta Italia. Personalmente (come già anticipato su articoli precedenti) ero uno di quelli che pensava che la colpa fosse in parte di Mazzarri ma che, effettivamente, con quella squadra si potesse fare poco di più. La verità è che appare chiaro anche dalle parole di Moratti, una di quelle persone che quasi meglio di tutti capisce quell’ambiente un po’ pazzo, è che il cambio si è davvero reso necessario. Fortemente voluto dallo stesso Moratti, Mazzarri era arrivato tra lo scetticismo generale dei tifosi che si erano innamorati di nuovo di un allenatore (il predecessore Stramaccioni) forse per la prima volta dai tempi di Murinho e che non hanno mai accettato di buon grado il cambio. Soprattutto non hanno mai accettato la gestione della squadra da parte di Mazzarri: troppi alibi, che spesso sapevano di squallidi tentativi di arrampicarsi sugli specchi, gaffe a ripetizione, mancanze di rispetto ad emblemi della recente storia nerazzurra che hanno portato l’ormai ex allenatore dell’Inter ad essere considerato scomodo da tutta la tifoseria della Curva Nord di San Siro.

Quello che serviva in questo momento all’ambiente era un ritorno alla vera e forte identità che è rappresentata da un uomo di fiducia, da qualcuno che la gente riconosca come davvero Interista, dopo gli ultimi mesti mesi passati un po’ come Nanni Moretti, parafrasando il suo film del 1998 “Aprile”, davanti alla tv pregando che Mazzarri o talvolta lo stesso Thohir “dicessero qualcosa di Interista”, capace di accendere gli animi di questi tifosi spenti dopo la rivoluzione post-Triplete. Per questo motivo i candidati principali alla successione sono stati fin da subito due simboli dall’importante significato: Walter Zenga, bandiera nerazzurra che ha difeso i pali della beneamata per 328 volte in 12 anni, e lo stesso Roberto Mancini, tecnico più quotato e mai dimenticato dai cuori Nerazzurri e forse secondo solo a Mourinho nelle preferenze dei tifosi. Mancini torna all’Inter più maturo dalle esperienze al Manchester City prima e al Galatasaray poi, con la sua solita idea di calcio che porterà di sicuro ad un cambio di modulo dopo il fallimento di Mazzarri e del suo 352. Il tecnico Jesino potrebbe infatti giocare di sicuro con la difesa a 4 e far tornare in auge all’Inter il ruolo del trequartista, dimenticato da Mazzarri, per impostare e costruire le sue azioni d’attacco. Ciò che è certo, per quanto mi riguarda, è che il solo cambio d’allenatore non può bastare a far diventare l’Inter una squadra da Champions. Può di sicuro riaccendere l’entusiasmo della squadra e dell’ambiente, ma dovrà essere adeguatamente coadiuvato da una serie di investimenti sul mercato, ferma restando la politica finanziaria del fair-play finanziario attuata dal tycoon Indonesiano. Dovranno quindi essere gestite al meglio le entrate e le uscite ed i relativi investimenti per migliorare la squadra e farla tornare ai fasti di un tempo non lontanissimo, ma dal quale sembra passata una vita intera (e 7 allenatori).

Guardando al breve termine, la settimana che aspetta il nuovo allenatore dell’Inter è di sicuro una delle più sentite ed importanti dell’anno, visto che porterà al Derby di Domenica 23 Novembre contro il Milan. Sfida come sempre ricca di fascino e piena di incroci, nella quale Roberto Mancini troverà Fernando Torres che durante il suo periodo al Liverpool eliminò l’ultima Inter di Mancini dalla Champions League portando il tecnico ad annunciare le dimissioni, poi ritirate, che portarono al successivo esonero del 29 Maggio 2008 dopo 3 Scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane. Dopo 6 anni lontano da quella panchina è pronto a ricominciare con la filosofia che lo contraddistingue, ribadita anche sul suo sito ufficiale: “Il tecnico perfetto non esiste. Esiste il più vincente in un determinato momento che non è necessariamente quello che porta a casa coppe o scudetti, ma piuttosto è un tecnico capace di dare un’impostazione a un gruppo e di ottenere risultati pur non avendo a disposizione undici campioni”.

Il “Ritorno al Futuro” del Mancio ha già il profumo del Derby.

GA

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Mila(NO!)


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Alla fine della 10ª giornata di Serie A, visti tutti i risultati e le varie prestazioni delle squadre, quello che salta all’occhio è il difficilissimo momento che stanno attraversando le due squadre Milanesi. Da sempre considerate grandi storiche del nostro campionato, Milan ed Inter si trovano relegate al ruolo di squadra media al quale non erano abituate dopo i successi degli ultimi anni in Italia ed in Europa. Le due situazioni sono molto diverse l’una dall’altra, ma il risultato purtroppo per i tifosi non cambia: una sconfitta a testa (entrambe per 2-0 contro Palermo e Parma) nell’ultimo turno di campionato che interrompe una serie di 6 risultati utili consecutivi per il Milan, e una serie di 2 vittorie consecutive per la squadra di Mazzarri, che da quando allena l’Inter non è mai riuscito a vincerne tre in fila, tra l’altro riuscendo ad interrompere il digiuno di vittorie del Parma che perdeva ininterrottamente da 6 giornate.

Motivi diversi dicevamo, ma perché le Milanesi non riescono ad esprimere un buon calcio come potrebbero fare visto il livello degli organici ed il loro nome? Di sicuro non sono un veggente e non ho agganci all’interno delle due squadre per darvi certezze, quindi prendete tutte le mie parole col beneficio del dubbio, consapevoli che sono solo mie opinioni ed impressioni. Per quel che riguarda l’Inter già diverse volte abbiamo affrontato l’argomento delle tensioni societarie dovute al cambio ai vertici dell’azienda che influiscono sulle prestazioni, ma non possono e non devono essere l’unica giustificazione per una prima parte di campionato (e di Europa League) così mediocre. La verità è che Mazzarri non riesce a far giocare la squadra come vorrebbe, come per larghi tratti dello scorso campionato è riuscito a farla giocare. Il primo pensiero vedendo una partita dell’Inter è che non sembra una squadra di Mazzarri, che ci ha abituato ad un grande gioco sulle fasce e a grande velocità. Se dovessi scegliere un solo problema dell’Inter, però, sceglierei il fatto che a questa squadra manca qualità a centrocampo, manca il vero regista della squadra. Non si può puntare su giocatori come Hernanes e Kovacic: il primo continua a dimostrare di essere incostante, il secondo forse è ancora troppo acerbo e non si può buttare la croce addosso a lui. Capite bene che se il gioco lo impostano Medel o M’vila, c’è qualcosa che non va, quindi aumentando la qualità a centrocampo, gli esterni potranno avere più libertà di sviluppare il loro gioco e la squadra girerà meglio.

Per quel che riguarda il Milan, il vero problema è che ci sono diversi problemi (perdonate il gioco di parole). Partendo dal presupposto che penso che il Milan non stia facendo male in termini di risultati visto l’organico e la disastrosa scorsa stagione, è sotto gli occhi di tutti che non gioca sempre al meglio. Perché? Dopo le prime giornate passate in testa alla classifica sulle ali dell’entusiasmo, la dura realtà dei valori in campo ha interrotto i sogni di gloria. L’unico reparto a salvarsi per me è il centrocampo, con De Jong su tutti vero condottiero di questa squadra. In difesa manca qualità, perché non sempre può metterci una pezza il Diego Lopez o l’eterno Abbiati di turno e soprattutto perché ormai i tifosi hanno metabolizzato il fatto che lì dietro non ci sono più i vari Maldini, Costacurta, Baresi o Thiago Silva: ci sono i vari Zapata, Bonera, Abate. Con tutto il rispetto per questi giocatori, però, non sempre riescono a chiudere contro gli attacchi organizzati delle grandi e, ormai, anche delle piccole. De Sciglio è irriconoscibile al momento e sta attraversando un pessimo momento, al contrario di Abate che, tolta la pessima prestazione di domenica, sta vivendo uno dei migliori momenti in carriera. L’attacco va a fasi alterne: Honda gioca bene ed è una piacevole sorpresa e una delle poche note davvero positive, Menez oscilla tra il benissimo e il “male male” (cit.), El Shaarawy ha i suoi soliti spunti ma purtroppo non segna da 618 giorni, Torres è molto più vicino al mood Chelsea che a quello Liverpool e Pazzini è impiegato col contagocce. A questo proposito, un aspetto che secondo me non aiuta la squadra è il continuo cambio di formazione: infatti Inzaghi ha praticamente sempre cambiato l’undici iniziale e questo secondo me non aiuta la creazione dell’intesa necessaria che solo giocando insieme si può creare. In aggiunta a tutto questo non va dimenticata la lunga assenza di Montolivo, che può non piacere ed essere certamente criticato, ma per l’economia di gioco di questo Milan è davvero fondamentale e il suo imminente rientro può davvero essere una boccata d’ossigeno per i Rossoneri in questo naufragio di incertezza e confusione.

Navigando a vele spiegate verso il Derby del 23 Novembre comunque, per quanto le due situazioni e i problemi possano essere diversi, Milan e Inter hanno una difficoltà comune: non riescono a reagire e a giocare bene ed in maniera organizzata contro una squadra che si chiude e sa difendere per ripartire. Infatti entrambe le squadre non sono mai andate oltre il pareggio in situazioni di svantaggio, questo vuol dire che se le squadre avversarie passano in vantaggio e si chiudono le Milanesi non riescono ad organizzarsi per reagire e ribaltare il risultato. Per questo motivo sarà davvero interessante capire che tipo di partita bisognerà aspettarci per questo derby d’andata. Prima del derby però Milan ed Inter affronteranno rispettivamente la Sampdoria terza in classifica, per conquistare dei punti preziosi in vista dell’Europa, e l’Hellas Verona, reduce dal pareggio di Cesena. La stracittadina si giocherà come detto Domenica 23 Novembre alle 20:45, dopo la sosta per le Nazionali che darà modo di studiare il miglior modo per preparare la partita, alla quale, come sempre, come tutti i Derby, si arriva con grosse aspettative che speriamo verrano soddisfatte.

Crisi sì, ma lo spettacolo deve continuare.

GA

 

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